C’è Sofia Goggia, vietato disturbare Si allena al Basson, ma il suo staff evita persino le foto in palestra: cattiva abitudine

“C’è Sofia Goggia che si allena al Basson, vai a fare un salto?”. La domanda nasce spontanea: “Al Basson?”. E sì è proprio lì, palestra Magnitudo Training. Zona industriale, un food truck aspetta gli avventori del pranzo nel deserto di macchine parcheggiate. Sotto una ditta di trasporti e al primo piano la palestra. “C’è la Goggia?” chiediamo a uno degli operai. “Eh sì, è arrivata stamattina. C’è anche la sua auto li parcheggiata”. S. Goggia impresso su una delle portiere. Proviamo a suonare. Ci rispondono, ma ci dicono di aspettare, girano la nostra richiesta al suo allenatore, Flavio Di Giorgio. La risposta è secca e anche un po’ scortese: “No, non è possibile”. “Ma neanche per una foto?”, insistiamo. “Neanche quella” rispondono e riattaccano il citofono. Con tanti saluti al rispetto del lavoro degli altri, ai tifosi che magari vorrebbero sapere, eccetera eccetera. Purtroppo oggi va così, non solo per Sofia Goggia. Oggi comandano gli uffici stampa che sarebbero nati per agevolare il lavoro dei colleghi giornalisti e che ne sono diventati, in realtà, i primi nemici. Il loro compito, oggi, è evitare le interviste, le foto, le “rotture di scatole’. Oh, sia chiaro, non ce l’abbiamo con Sofia Goggia, ci mancherebbe. Anzi, faremo il tifo per lei, come tutti gli italiani. Ci chiediamo solo, che cosa avrebbe perso nel concedere un attimo al fotografo. Lo chiediamo anche al suo staff. D’accordo, non vuole esser disturbata, sta provando l’impresa. Dopo la bruttissima caduta sulle Tofane, il tempo vola. Esser in forma per il debutto alle Olimpiadi di Pechino del prossimo 15 febbraio, sarà un vero miracolo. Deve difendere il titolo olimpico. Ripartendo dopo la caduta, da una palestra del Basson. Il paese è piccolo, la gente mormora e la notizia corre. Forza Sofia, magari la prossima volta avvisa il tuo staff che un pizzico di gentilezza in più, non farebbe male.