«Sabato arriva al Bentegodi una Juventus reduce da una sconfitta e da un punto in tre partite. Difficile pensare a un altro passo falso, tuttavia il calcio ci insegna che tutto è possibile. Specialmente a Verona dove i bianconeri non hanno mai avuto vita facile». Le parole sono quelle di Roberto Tricella, indimenticato “libero dello scudetto”, che nelle stagioni passate con la maglia dell’Hellas i bianconeri li ha sconfitti per tre anni consecutivi. Nella stagione 82/83, addirittura, fu lui a realizzare la rete del raddoppio, dopo il vantaggio firmato da Pierino Fanna. E ironia della sorte, passato alla Juventus, per ben due volte di fila, tornato al Bentegodi da ex, è uscito dal campo sconfitto. A condannare i bianconeri una doppietta di Elkjaer, bissata l’anno successivo da Marco Pacione, ex dal dente avvelenato. Otto stagioni con la maglia dell’Hellas, con la quale si piazza al terzo posto assoluto come numero di presenze, e le successive tre con quella bianconera, fanno di Tricella un doppio ex di tutto rispetto. «Ho visto la partita che hanno perso contro l’Udinese. Le critiche, come al solito, non si sono fatte attendere. Se guardiamo bene, però, i friulani hanno trovato il gol su una palla inattiva nell’unica volta in cui hanno messo la testa in area avversaria. La Juve non meritava certo di perdere». E il Verona? «Le ultime partite disputate dai gialloblù mi fanno ben sperare. La squadra, rispetto agli anni precedenti, fa più fatica a trovare la via del gol, ma ha il grande merito di non mollare mai. Bravo, però, è anche Baroni. L’ho sentito molto determinato. Trasmette grande carica motivazionale ai suoi giocatori che lo stanno seguendo e stanno, soprattutto i tanti nuovi, aumentando autostima e consapevolezza nei propri mezzi. Probabilmente la sfida con la squadra di Allegri non è la miglior gara per fare punti, tuttavia, guardando alle partite che mancano da qui alla fine, rimango fiducioso sul raggiungimento della salvezza».Nativo di Cernusco sul Naviglio, comune alle porte di Milano che ha dato i natali anche ad altri due ex calciatori come Gaetano Scirea e Roberto Galbiati, entrambi affermatisi come Tricella nel ruolo di libero, arrivò giovanissimo al Verona dall’Inter, passando negli anni dal rischio di una retrocessione in C alle Coppe europee e a un memorabile scudetto. «Sono arrivato a Verona da una squadra come l’Inter, consapevole di poter fare la mia parte. Ho vissuto otto stagioni meravigliose. Il primo anno, fino a poche giornate dalla fine, siamo stati in corsa per la promozione in A, rischiando invece di retrocedere in C l’anno successivo. Poi è arrivato Bagnoli, è lì è iniziato un ciclo meraviglioso con due finali di Coppa Italia, purtroppo perse, due qualificazioni Uefa e, soprattutto, un incredibile scudetto. Il passaggio alla Juventus? Sinceramente, come ho avuto modo di dire altre volte, da Verona non sarei mai andato via. Stavo bene, pensavo di finire lì la carriera. Poi è arrivata l’occasione di una grande squadra ed era giusto provarci. Certo, ho dovuto rimettermi in gioco e riconquistarmi il ruolo. Sono capitato in un periodo di transizione ma abbiamo comunque vinto una Coppa Uefa e una Coppa Italia. Per la mia carriera è stata senza dubbio un’esperienza importante». Ma tornando allo scudetto del 1985, Tricella non ha dubbi: «Il segreto di quel successo? Eravamo semplicemente una squadra forte». Proprio così. Parola di capitano.
Enrico Brigi