I Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto si sono incontrati in videoconferenza, per fare insieme il punto su come accompagnare sul piano spirituale e sacramentale le comunità ecclesiali del Nordest in vista del prossimo Natale, con specifico riferimento allo svolgimento delle celebrazioni liturgiche, ad iniziare dall’Eucaristia e all’amministrazione dei sacramenti, in particolare della confessione.
I Vescovi confermano vicinanza, sostegno e solidarietà alle persone, alle famiglie e alle comunità più colpite e messe a dura prova dall’attuale situazione di pandemia – oltretutto aggravata ulteriormente, in queste ore, dal maltempo che sta flagellando molte zone di quest’area – e invitano ora a preparare e vivere con fede e speranza ed anche la necessaria prudenza i prossimi “inediti” giorni del Natale per cogliere soprattutto l’opportunità – offerta forzatamente dalle odierne circostanze – di apprezzare il carattere fondamentale e il cuore essenziale della fede cristiana, che è incontro autentico e sempre nuovo con il Dio che in Gesù Cristo si fa Bambino, assume anche le povertà e le fragilità dell’uomo e ridona a tutti il senso della comune umanità e fraternità.
I Vescovi hanno espresso la loro preoccupazione circa l’effettiva possibilità per molti fedeli – causa il protrarsi della pandemia – di accedere al sacramento della confessione nella tradizionale forma “individuale”, per una serie di oggettive difficoltà ed anche per evitare altri contagi e mettere ad ulteriore rischio la salute dei fedeli e dei ministri del Sacramento. Consultata la Penitenzieria Apostolica in proposito, hanno quindi convenuto che tale situazione di pandemia possa configurare quei casi di grave necessità previsti dal Diritto Canonico e tali da portare, ad esclusivo giudizio del Vescovo diocesano e secondo modalità da lui stabilite, a valorizzare e rendere praticabile la cosiddetta “terza forma” del rito della confessione con assoluzione comunitaria e generale, sia per gli adulti che per i bambini e i ragazzi. Tutto ciò è nell’intento di valorizzare la dimensione cristiana del Natale.
Ciò potrà avvenire in un tempo ben determinato e limitato (dal 16 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021), avendo cura di separare la celebrazione penitenziale comunitaria dalla celebrazione dell’Eucaristia ed accompagnando il segno sacramentale con un’adeguata catechesi e opera di formazione che metta in rilievo la straordinarietà della forma adottata per il sacramento, il dono del perdono e della misericordia di Dio, il senso del peccato e l’esigenza di una reale e continua conversione con l’invito a vivere – non appena sarà possibile – il sacramento stesso nelle modalità e forme tradizionali e ordinarie (confessione individuale).
Durante la stessa riunione della Conferenza Episcopale Triveneto, i Vescovi hanno inoltre preso in considerazione la difficile situazione in cui versano attualmente, per più motivi, molte case di riposo e strutture di cura di queste Regioni. Manifestano perciò la preoccupazione per lo stato di solitudine (soprattutto spirituale) che parecchi ospiti si trovano a vivere, talora impossibilitati ad avere relazioni frequenti con i loro familiari e a ricevere il necessario accompagnamento religioso e spirituale nei momenti di malattia o finali della vita poiché risulta difficile anche poter amministrare loro il sacramento dell’unzione dei malati.
Nel contempo vi sono parecchie strutture socio-sanitarie che risentono fortemente delle conseguenze della pandemia anche a livello lavorativo, gestionale ed organizzativo evidenziando, in particolare, gravi problemi di carenza e turnazione del personale. I Vescovi esprimono vicinanza e solidarietà a dirigenti e personale socio-sanitario di tali strutture e rinnovano l’auspicio che quanti hanno competenze e responsabilità ai vari livelli – politico, istituzionale, economico ed imprenditoriale – possano affrontare, sbloccare e risolvere tali problematiche – che interessano non solo la sanità e le istituzioni socio-sanitarie di questi territori ma toccano profondamente la vita di tante persone e famiglie – mettendo sempre e di nuovo al centro la cura e la dignità delle persone, la maggiore tutela e formazione dei lavoratori impegnati nel settore, il reale rilancio e sostegno dell’attività fondamentale svolta da tali realtà socio-sanitarie.