Prima che Ridley Scott assoldasse Adam Driver e Lady Gaga per interpretare Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani nel film più atteso dell’autunno 2021, la storia dei Gucci era già materia da Hollywood. Sarà per il passato da attore di Rodolfo Gucci – padre di Maurizio e figlio di Guccio, fondatore della maison -, o per quella predisposizione al mistero di cui buona parte delle grandi casate italiane si ammantano, fatto sta che Sara Gay Forden ha annusato un’ottima storia e l’ha raccontata nel suo libro, The House of Gucci. Pubblicato con Harper&Collins nel 2002, il romanzo è la materia grezza da cui il chiacchieratissimo House of Gucci è stato tratto, racconto di una vicenda di cronaca nera talmente assurda da far dire all’autrice stessa che «è questa una delle poche storie in cui la verità è più inquietante della finzione».
A creare una certa aspettativa non è soltanto la storia dell’omicidio di Maurizio, commissionato nel 1997 dall’ex-moglie Patrizia Reggiani per classicissime ragioni di cuore, ma anche l’enorme sforzo produttivo affidato alla MGM e il gigantesco cast di star che popolano il film: accanto a Driver e Gaga ci sono infatti l’inimitabile Al Pacino (Aldo Gucci), un irriconoscibile Jared Leto (Paolo Gucci), Jeremy Irons (Rodolfo Gucci), la star del cinema francese Camille Cottin (Paola Franchi) e Salma Hayek (Pina Auriemma). Un budget di centinaia di milioni di dollari e un nuovo, densissimo trailer promettono dunque alta tensione e tanta carne al fuoco, senza contare che il nome di Ridley Scott non è nuovo ai biopic, né ai grandi film.
Ecco allora tre titoli da recuperare per prepararci all’uscita di House of Gucci e conoscere più a fondo questo autore:
Tutti i soldi del mondo: prodotto e diretto da Scott nel 2017, il film racconta la vicenda del rapimento di John Paul Getty III, nipote del miliardario Getty senior, avvenuto nel 1973. Viltà e doppiogiochismi permeano ogni scena, che per dinamiche e atmosfera non dovrebbe distanziarsi molto da House of Gucci. Rallentato dalla rimozione di Kevin Spacey – all’epoca accusato di molestie -, dal ruolo di Jean Paul, il film non è tra i più riusciti del regista, ma tiene incollati allo schermo e fa respirare vera aria da thriller.
Il Gladiatore: «al mio segnale, scatenate l’inferno». C’è una battuta più iconica di quella pronunciata da Decimo Massimo Meridio nell’iconico film sulla rivolta degli schiavi nell’Antica Roma? Colossal che vede Russel Crowe in una delle sue interpretazioni migliori, Il Gladiatore entra di diritto nella top 3 dei film di Scott.
Thelma & Louise: Oscar nel 1992 per la Miglior sceneggiatura, l’avventura che vede Susan Sarandon e Geena Davis su una Ford Thunderbird, in fuga dai propri mariti violenti e alla ricerca della libertà di essere sé stesse si sintetizza in una delle opere più intelligenti della filmografia di Scott. Uscito il 1 gennaio 1991, ci parla più da vicino di quanto possiamo immaginare.
Maria Letizia Cilea