C’è chi scappa con gli aghi nel braccio E incombe il pericolo Covid: “Nessuno ha mascherine, può succedere di tutto”

C’è chi passa il confine con gli aghi ancora infilati nelle braccia. Chi ha perso durante la fuga il glucometro e ha i valori della glicemia alle stelle.
Chi si è caricato un parente sulle spalle prelevandolo direttamente dalla sala operatoria mentre cadevano le bombe. Nel centro commerciale di Korczowa trasformato in primo rifugio per i profughi che lasciano l’Ucraina, c’è un angolo con quattro lettini e altrettanti separé dove passano quelli che al dramma della guerra aggiungono anche il dolore della malattia.
Il pronto soccorso dei profughi l’ha allestito Intersos: con 2 medici, lo staff di supporto e un furgone arrivato domenica scorsa dall’Italia carico di medicinali. “Forniamo le prime cure e gli interventi d’emergenza collaborando con i paramedici del Comune – spiega il responsabile del programma sanitario Francesco Sinchetto – e stabilizziamo i malati, che poi vengono trasferiti in ospedale, al ritmo di un centinaio al giorno”.
Sono già 600 quelli curati in una settimana. L’ambulatorio da campo è in questo enorme parallelepipedo di cemento come ce ne sono migliaia in tutta Europa: nel mondo che c’era prima che Putin invadesse l’Ucraina ospitava i negozi. Al posto degli scaffali con i vestiti ora si sono sistemati quelli che sono arrivati prima o le mamme con i bambini più piccoli; per tutti gli altri c’è, quando va bene, una brandina nei corridoi. Ci sono duemila persone, ne passano circa 6mila al giorno. Il 20% sono uomini, ma solo anziani e malati. Nessuno usa la mascherina, il rischio che il centro diventi un potenziale cluster di Covid è altissimo considerata anche la bassa percentuale di vaccinazioni in Ucraina. “Al momento non abbiamo riscontrato casi, ma la possibilità è concreta” dicono i volontari.
Nel centro si ricevono vestiti, cibo caldo, prime cure. Poi scatta il trasferimento. Ci si ferma al massimo due notti. Anche di più se non si sa dove andare. La macchina dell’accoglienza funziona e soprattutto è scattata la gara alla solidarietà: è pieno di gente arrivata da ogni parte d’Europa che offre passaggi e alloggi gratis a Parigi, Berlino, Amsterdam. Anche questo è la guerra…