Catullo, Save sale al 50,1%? Giallo d’estate tra Anac e Tar Fondazione Cariverona vende il 3%, poi ci sarà l’aumento di capitale. Quali sono i valori e le cifre in campo? Cosa faranno i soci?

ENRICO MARCHI SAVE

Ma può Save, la società aeroportuale veneziana che ha il 43,45 del Catullo ed è di fatto il partner operativo dell’aeroporto veronese conquistare la maggioranza assoluta salendo al 50,1% tra acquisto di azioni e prossimi aumenti di capitale?
La domanda è di scottante attualità dopo quanto pubblicato ieri dalla Cronaca di Verona e dal Corriere della Sera in merito alle grandi manovre del finanziere Enrico marchi, presidente di Save. Marchi infatti ora ha creato una società che punta ad acquisire le infrastrutture, prima fra tutte la maggioranza della stessa Save di cui Marchi con Finint ha il 12%. E proprio gli aeroporti sono nel mirino di questa nuova società Sgr e che il Catullo sia presto scalabile non è un caso.
Ma può un privato come Marchi andare in maggioranza assoluta in una società come la Catullo? A guardando le carte, in particolare le delibere e i pareri dell’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione sembra proprio di no.
La posizione è ribadita in due documenti con presidenti diversi: nel 2018 da Raffaele Cantone, nel giugno 2023 dal suo successore Giuseppe Busia.
Il socio privato non può prendere la maggioranza assoluta di una società che gestisce un servizio pubblico. E l’aeroporto è una società mista che detiene una concessione dello Stato per gestire un servizio pubblico.
Ma ci sono altrettante schiere di avvocati pronte a sostenere il contrario, ad eccepire differenze formali, a spiegare che si tratta di un caso particolare, straordinario e così via. Anche perché se vogliamo essere pignoli, la stessa Save che gestisce l’aeroporto di Venezia con concessione dello Stato è di fatto una società privata composta da Finint e due fondi stranieri. Privati.
Insomma, ci sono tutte le premesse perché questo diventi il giallo dell’estate: può o no il socio privato Save prendere il controllo dell’aeroporto salendo al 50,1%?
Di conseguenza, come verrà diviso il 3% di azioni che Cariverona ha deciso di vendere? E, ancora più importante, come si dovranno regolare i soci quando a fine anno verrà chiamato l’aumento di capitale (pare 40 milioni) con le azioni pro quota di sottoscrivere?
Domande alle quali si potrà rispondere, forse, solo dopo che si sarà pronunciato sul punto il Tar del Lazio, perché come sempre la giustizia è lenta, ma arriva inesorabile. E allora come si risolverà il giallo dell’estate?
(prima puntata)