L’ipotesi circolava già a inizio anno (vedi La Cronaca di Verona del 26 gennaio) e ora sta diventando realtà tra un’attesa e un rinvio: l’assemblea dei soci dell’aeroporto Catullo prende il volo. E tra uno slittamento e l’altro si farà probabilmente in ottobre o novembre. Dopo l’approvazione del bilancio, il mese scorso, si attende infatti l’assemblea vera, cioè quella che serve per il rinnovo delle cariche e della governance, visto che la presidenza di Paolo Arena è in scadenza. E probabilmente Save intende rinnovare perché in scadenza l’amministratore delegato Monica Scarpa. Un appuntamento molto atteso perché da lì si possono capire e decidere le strategie per il prossimo futuro del nostro aeroporto che, come abbiamo documentato nelle scorse settimane, è sottoutilizzato durante l’anno. Con una gestione che sfiora i 3 milioni di passeggeri, il Catullo infatti viaggia ben al di sotto delle sue potenzialità che sarebbero quasi del doppio, sicuramente attorno ai 5 milioni. La capacità dello scalo, vale a dire le potenzialità di gestione dei voli ogni ora, non viene sfruttata completamente, soprattutto nella stagione invernale e il traffico oscilla da minimi imbarazzanti a novembre a picchi vicini alla congestione in autunno. Tant’è vero che alla fine dei conti il volume di traffico è più simile al piccolo scalo di Treviso che agli altri scali di simile dimensione. Detto questo, sul tavolo dell’assemblea dei soci questo dovrebbe essere proprio uno dei temi forti al centro dell’attenzione. Ma quando si farà quest’assemblea? Maggio ormai volge alla fine, girava voce che si sarebbe celebrata in giugno, ma in giugno invece ci saranno solo gli incontri tra i soci per cercare una intesa sulla nuova governance e stringere gli accordi per il rilancio dello scalo. Alla fine, dunque, passerà l’estate e si arriverà in autunno. Una ipotesi, come si diceva, già ventilata per accontentare uno dei soci forti dell’aeroporto: la Provincia autonoma di Trento che detiene il 14,2 per cento delle quote, terzo socio della compagine. Provincia che è guidata da Maurizio Fugatti e che voleva evitare di andare in assemblea durante il periodo elettorale.
Camera di commercio socio forte?
E siccome il voto provinciale è previsto il 23 ottobre, per il Catullo sarà bene regolarsi di conseguenza. E nel frattempo? Nel frattempo i soci dovranno incontrarsi per cercare di mettere ordine nelle strategie. I soci veronesi. In attesa dunque dei trentini, erano stati chiamati dal presidente di Cariverona Alessandro Mazzucco a fare squadra per l’aeroporto. Ma considerando le quote, il ruolo principale lo dovrebbe rivestire la Camera di commercio guidata dal presidente Giuseppe Riello, secondo socio con il 18,8 per cento e che di fatto esprime il presidente con Paolo Arena che è pure alla guida di Confcommercio. Le maggiori responsabilità, insomma, sono sulle spalle di Riello che è socio di maggioranza relativa tra i pubblici e Arena che dovrebbe avere il timone del Catullo. Questi dovrebbero rapportarsi e fare squadra, come si suol dire, con gli altri tre soci veronesi, cioè Provincia di Verona, Comune e Fondazione Cariverona. Vale a dire presidente Flavio Pasini, sindaco Damiano Tommasi e presidente Alessandro Mazzucco. Solo che le quote in loro possesso sono nettamente inferiori a quelle della Camera di commercio: la Provincia detiene il 9,9 per cento, Palazzo Barbieri detiene il 4,67 (un quarto, anche meno, di Riello) e Cariverona ha il 3 per cento. E’ evidente dunque l’importanza che i soci pubblici, Cariverona compresa, abbiano al proprio fianco la Provincia di Trento che con il suo 14,2 diventa determinante per fare blocco nei confronti del partner tecnico strategico, vale a dire Save, la societàche gestisce gli aeroporti del Nordest e che detiene il know how aeroportuale che a Verona manca. E proprio questa volontà di trascinare l’assemblea in autunno spiega il ritardo nelle nomine per il consiglio di amministrazione: la Provincia di Verona ha infatti già ricevuto i nomi dal Comune di Verona ma non ha fretta di scegliere chi sostituirà Federico Bricolo, ora presidente della Fiera e che era stato nominato dalla precedente amministrazione comunale. Tra i nomi più probabili quello del professor Roberto Ricciuti docente di economia all’università e dell’avvocato Daniele Giacomazzi presentati insieme a Barbara Ferro, Sergio Cucini e Marco Wallner. Ma più si slitta verso l’autunno più si avvicina la necessità di lanciare un nuovo aumento di capitale (previsto inizialmente nel 2024) per far fronte all’aumento dei costi del progetto Romeo. Aumento di capitale che non tutti i soci sarebbero in grado di sostenere e che quindi potrebbe modificare gli assetti societari portando Save anche in maggioranza assoluta oltre il 50%. Ma tutto dipende da come si comporteranno i soci pubblici e le responsabilità, come spiegato, sono ben chiare.