Catullo e l’addio di Cariverona. Quel 3 di denari ora preoccupa I soci dell’aeroporto devono decidere cosa fare: acquistare azioni per impedire a Save di rafforzarsi ancora? E poi l’aumento di capitale?

E adesso che cosa faranno i soci dell’aeroporto Catullo? Che ne sarà di quel 3 per cento di azioni che Fondazione Cariverona ha deciso di vendere per uscire dalla compagine societaria?
E’ una eredità pesante e difficile quella che il presidente Alessandro Mazzucco lascia in mano agli altri soci, pubblici e privati, che si stanno interrogando in queste ore sul da farsi dopo la scelta, così repentina, dell’istituto di via Forti di liberarsi delle azioni. Una decisione maturata dopo aver preso atto che non c’era spazio per inserire il candidato prescelto, Zeno D’Agostino, in consiglio di amministrazione. Anche perché Fondazione non ha posti nel cda e quindi il presidente dell’autorità portuale di Trieste sarebbe dovuto entrare in cda attraverso un altro socio. Ma Save ha risposto che aveva già i suoi consiglieri da nominare; Camera di commercio ha risposto picche e rilanciato dicendo che c’era sempre il posto del Comune a disposizione ma Tommasi portava Giacomazzi e Wallner, il primo in accordo con la Provincia.
E a quel punto Cariverona è rimasta isolata. Per di più con la prospettiva di dover sottoscrivere due aumenti di capitale in una partita comandata da altri.
Adesso quel 3 per cento che fine farà? Nelle prossime settimane i soci dovranno esprimere le proprie intenzioni: chi vuole acquistarle, anche in parte? Le risorse più consistenti le hanno sicuramente Save, Camera di commercio e Provincia di Trento. I soci pubblici entreranno nella partita o lasceranno che Marchi comperi tutto? “I soci pubblici dovranno fare un ragionamento sul futuro”, dice il presidente della Provincia Flavio Pasini. Sì perché se il socio privato si rafforza ulteriormente sarà il caso di prendere delle contromisure modificando lo statuto in modo che ci siano clausole di salvaguardia per i veronesi.
E poi se con l’aumento di capitale Save avrà la maggioranza assoluta (oggi ha il 43,5%) avrà ancora un senso per le pubbliche amministrazioni mantenere un capitale investito in quote di minoranza che non ti consentono di incidere sulla gestione dell’aeroporto?
“Ci sono molti ragionamenti politici che si aprono e dovremo affrontarli”, dice Pasini. Ben sapendo che non tutti i soci pubblici sono orientati nella stessa direzione: una aggregazione per tutelarsi potrebbe avere qualche assenza. “Camera di commercio ci starebbe o no?” si chiede Pasini.