“Il collegamento ferroviario tra l’aeroporto Catullo e il centro di Verona dovrebbe essere in cima all’agenda dopo anni di ritardi e dimenticanze, nell’ottica di rilanciare il turismo, prima industria del Veneto. E le risorse del Recovery Fund sono un’occasione imperdibile. Invece all’interno del Piano regionale di ripartenza e resilienza, questo progetto non viene esplicitamente citato. E così anche lo studio di fattibilità da parte della Giunta comunale, che arriva in colpevole ritardo, rischia di essere solo uno spot elettorale”. A dichiararlo è Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico, che torna sull’ipotesi del collegamento tra l’aeroporto e la stazione di Porta Nuova. “Il treno è la soluzione migliore, lasciamo stare ipotesi alternative, perché permetterebbe poi anche un prolungamento in direzione del Garda, con le stazioni rivierasche. Un’opera – aggiunge – che è stata anche inserita nel Piano regionale dei trasporti con un ordine del giorno approvato da tutto il Consiglio: se però non riusciamo a intercettare le risorse europee, e i dubbi viste le tempistiche, si parla di progetti cantierabili che inizino nel 2022 e si concludano entro il 2026, sono più che giustificati: rischiamo che resti ancora il treno dei sogni”.