“L’entrata di Generali nell’aumento di capitale (dopo la trasformazione in Spa) di Cattolica ci è stato presentato come l’unica soluzione possibile. Le operazioni fallimentari che hanno creato il buco sono state ogni volta presentate come “grandi opportunità”. E ora? Il 24 giugno scadeva infatti il termine per l’invio delle deleghe di voto al rappresentante designato e, guarda caso, la mattina dopo il consiglio di amministrazione annunciava urbi et orbi di aver raggiunto un accordo strategico con le Generali. Ma quell’accordo è stato raggiunto in pochi giorni? Ma se è un accordo strategico, non si sarebbe dovuto doverosamente informare prima il consiglio e informare doverosamente anche i soci che fino al giorno prima hanno votato sulla base di un set informativo già modificato in corsa e superato dagli eventi? L’accordo strategico è nettamente a vantaggio delle Generali che si sono però mosse in una logica non proprio rispettosa del mercato e degli azionisti di Cattolica. Proprio in queste ore, come dicevo, siamo stati informati che Vittoria Assicurazioni sarebbe pronta a un progetto alternativo che porterebbe a una fusione e a una “trasformazione controllata” di Cattolica che ne preservi i livelli occupazionali e il radicamento territoriale, senza perderne l’identità. Perchè non valutare questa ipotesi?”