Viene presentata sabato 7 maggio in Sala Montanari alle ore 17.30 la nuova raccolta di poesie in lingua di Bruno Castelletti (Bruno da Orsa) intitolata “Il prato dei ricordi’’ di Gabrielli Editori. Presente, tra gli altri, Daniela Brunelli, presidente della Società Letteraria di Verona. Interverranno inoltre il critico letterario Giulio Galetto, il saggista e già docente presso l’Università di Verona Giancarlo Volpato, mentre Tiziano Gelmetti e Federico Gianello accompagneranno, attraverso la recitazione e la musica, la lettura delle poesie da parte dell’autore. Le illustrazioni sono state realizzate dall’artista e poeta Giorgio Sembenini.
Bruno Castelletti, lo ricordiamo, nasce nel piccolo paese di Ferrara di Monte Baldo, in provincia di Verona. Durante la sua vita si dedica alla professione di avvocato, ma anche la passione per la poesia è un elemento chiave della sua formazione. Partecipa inoltre, fino agli anni ’90, alla vita politica veronese, ricoprendo il ruolo di presidente della Provincia di Verona.
Pubblica per “Gabrielli editore’’ due raccolte in dialetto veronese (2010- 2016) e, nel 2014, un libretto di poesie in lingua italiana dedicato alla sua prima nipote.
In questo suo ultimo scritto “Il prato dei ricordi’’, l’autore racconta, con leggerezza e leggiadria, l’amore per la sua terra, per il Baldo e il Lago, sullo sfondo di un sentimento che si esprime impalpabile, ma è reso vivido dalla potenza dei suoi versi. Non si sofferma solamente sulla descrizione dei luoghi a lui più cari, ma cerca di rappresentare il suo vissuto personale unendo l’amore per la natura a quello dei familiari. Le immagini che traspaiono dai suoi versi sono floride e rigogliose tanto che risulta semplice al lettore immergersi nell’ambiente che lo ha ispirato. Ciò che l’autore non rinnega è la sua devozione nei confronti della poesia, che gli è sempre “stata fedele nel cammino’’, come afferma nei versi di “Allora non lasciarmi’’ che concludono il canzoniere. Il rapporto che nutre nei confronti della poesia è reciproco, lei lo ha sempre accompagnato durante il corso della sua vita e l’autore in cambio non l’ha mai “tradita per placare la sete di danaro e di potere”, ma anzi l’ha sempre “invocata per cantare il dono della vita e dell’amore’’. Ecco allora che Castelletti quando si rivolge alla poesia afferma di cercarla come l’aria, paragonandosi ad un naufrago che cerca disperatamente la riva, come se quest’arte per lui rappresentasse la salvezza.
Francesca Brunelli