Due pesi, due misure, ma non stupitevi. E’ il calcio, gente. Il calcio che può permettersi di “stritolare” il piccolo Chievo (oh, sia chiaro, ha le sue colpe, sicuro..) ma non lo farà mai con la grande Juve.
Parliamo di plusvalenze, certo. Avrete letto, certamente, l’indagine che coinvolge oggi Agnelli, Nedved e Paratici, cioè i vertici bianconeri, accusati di “falso in bilancio, eccetera eccetera”, per la questione plusvalenze. Se guardate i numeri, le cifre, quelle del Chievo erano centesimi. Chi sa di calcio, diciamolo, non può pensare di valutare Arthur 72 milioni di euro, giusto per dire dell’affare più vistoso. Ma ce ne sono almeno altri dieci di “scandalosi”. Ragazzi della Primavera ceduti al Barcellona o al Genoa, per cifre intorno ai 10 milioni.
Ma la cosa che stupisce ancora di più, oggi, è che tutti si chiedono: cosa può succedere alla Juve? Come se il precedente del Chievo non fosse indicativo. Ricordiamolo, per chi avesse memoria corta: il Chievo venne penalizzato di 3 punti dopo aver rischiato la retrocessione. E Campedelli squalificato per 8 mesi, se è vero, com’è vero, che in quel periodo la carica di presidente fu ricoperta dallo zio, Beppino Campedelli.
E, probabilmente, quei 3 punti segnarono profondamente la stagione del Chievo, costretto a inseguire fin dal via e poi irrimediabilmente retrocesso in B.
Sia chiaro, tutto quello che è successo dopo, non è solo figlio delle plusvalenze. Sarebbe sciocco dirlo. Ma tutto quello che è successo dopo è figlio ANCHE delle plusvalenze.
E se, allora, tutti gridarono allo scandalo e tutti fecero a gara nel dare addosso al Chievo, che cosa dovrebbero fare ora, con Agnelli e compagni di cordata?
Perchè tutti si scagliarono contro Campedelli come fosse l’unico fuorilegge del calcio italiano e oggi stanno alla finestra con Agnelli e soci?
Già, la risposta è troppo facile, dite. Sì, troppo facile. Agnelli è Agnelli. La Juve è la Juve. Del resto, che nello sport, nel calcio, nella vita, ci siano due pesi e due misure, mica lo scopriamo oggi. E’ una regola, non l’eccezione.
Ecco, sarebbe bello, almeno, vedere che chi deve raccontare queste cose, per quanto spiacevoli, avesse onestà intellettuale per farlo senza se e senza ma. Se ha sbagliato Campedelli (e aveva sbagliato) giusto dirlo e scriverlo.
Se ha sbagliato Agnelli (e ha sbagliato, in maniera nettamente più forte e più grave) giusto dirlo e scriverlo.
Così come se ha pagato il Chievo (e l’ha fatto) dovrebbe farlo alla stessa maniera la Juve. E, assieme a lei, tutte le altre squadre che con lei (o fra di loro, l’elenco è lunghissimo) hanno “taroccato” i bilanci.
“Non siamo gli unici, se parlo scoperchio il pentolone” aveva detto in quei giorni Luca Campedelli. Aveva ragione. Non serve a niente dirglielo. Ma sarebbe bello che qualcuno, nel mondo (malato) del calcio, avesse il coraggio di farlo..
Raffaele Tomelleri