Sul destino della ex caserma Principe Eugenio che ospita Fevoss, Cai e alloggi della Pia Opera Ciccarelli e che Fondazione Cariverona proprietaria del complesso vuole trasformare in uno studentato per universitari si è sollevata in città una enorme polemica. Motivo: le lettere di sfratto, ampiamente annunciate, sono state consegnate e a maggio i locali dovranno essere liberati. Ma cosa diventerà davvero questo complesso? Per sgomberare il terreno dalle varie illazioni o almeno per provarci, interviene il presidente di Cariverona Bruno Giordano che alla Cronaca di Verona assicura innanzi tutto che “non sarà richiesto alcun cambio di destinazione d’uso”. Quindi la destinazione sarà ancora a fini sociali. L’immobile ha un vincolo di inalienabilità per 30 anni ed è destinato a progetti di social housing per 90: “tutti impegni rispettati da Fondazione” ribadisce il presidente Giordano. “Innanzitutto tengo a precisare con forza che non è e non sarà chiesto alcun cambio di destinazione d’uso per l’immobile “Principe Eugenio” -assicura Giordano-. Quando si parla di prezzo di acquisto estremamente vantaggioso si finge di dimenticare che parte dell’immobile era in uno stato di abbandono e di grave degrado, tanto che dopo averlo acquistato sono serviti quasi 5 milioni di Euro per portarlo allo stato attuale”. Il presidente prosegue: “Tengo poi a sottolineare che la Fondazione ha il compito di guardare oltre il presente, adottando una visione globale e prospettica, non puntuale; ha il dovere di operare con uno sguardo il più ampio possibile, costruendo valore sostenibile per il territorio e le generazioni future, nell’ottica di migliorare la qualità della vita di tutta la popolazione e non di solo alcune specifiche categorie di cittadini”. Nel caso specifico,l’immobile è stato accreditato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la creazione di alloggi e residenze per studenti universitari. “Si prevede, infatti la realizzazione di un progetto di social housing -spiega il presidente- per affrontare una povertà oggi del tutto evidente, ma identificabile nelle motivazioni delle delibere dell’amministrazione comunale relative all’ex caserma Principe Eugenio già nel 1995, oltre che in sede di cessione nel 2009: la carenza di alloggi per studenti universitari. Si tratta quindi di un obiettivo rispettoso delle normative e degli obblighi contrattuali” specifica Giordano. Ma che ne sarà delle realtà associative che oggi sono ospitate nel complesso di Veronetta e pagano l’affitto? “Le associazioni attualmente ospitate alla ex caserma Principe Eugenio-risponde il presidente Giordano- , alle quali riconosco il merito di svolgere un ruolo importantissimo, considerata la tipologia di attività che svolgono, possono benissimo trovare una collocazione adeguata in un altro sito, peraltro già individuato, liberando spazi strategici per lo sviluppo dell’Università e delle nuove generazioni, creando un impatto positivo e duraturo per il futuro di tutto il nostro territorio e riqualificando un’area strategica di sviluppo urbano”. Giordano conclude: “Purtroppo chi ha pensato bene di indire conferenze stampa per mettere in cattiva luce l’operato della Fondazione, lo ha fatto senza una adeguata informazione sui fatti e questo modo di fare è a mio avviso deleterio per tutti: per chi comunica, per chi subisce, per la città e per i cittadini tutti. Ritengo che la buona politica dovrebbe guardare allo sviluppo di un territorio attraverso una visione globale e sistemica, privilegiando il confronto costruttivo ai tavoli di lavoro, cercando il dialogo piuttosto che lo scontro attraverso proclami e conferenze stampa il cui unico risultato è quello di creare divisioni”. E sottolinea infine: “Ricordo che le divisioni isolano e indeboliscono, frenano ogni possibilità di progresso condiviso. Al contrario i ponti creano connessioni, dialogo e collaborazione tra le varie parti politiche e le istituzioni: è solo così che si genera valore duraturo, è solo così che si costruisce un futuro dove i nostri giovani possano trovare stimolo per realizzare i propri sogni anziché progettare una fuga all’estero come sta accadendo da 10 anni a questa parte”. In definitiva Cariverona respinge ipotesi di speculazione: “Ribadisco che la Fondazione rigetta con forza ogni illazione e ogni accusa, che rimarrà ferma nei propri propositi e decisioni e che in futuro vigilerà sul fatto che il proprio operato e la propria immagine non siano ulteriormente danneggiati”. MB