Indagini avviate. Il presidente del Consiglio comunale Leonardo Ferrari ha firmato questa mattina la denuncia alla Polizia Postale per il fatto grave che venerdì notte ha coinvolto l’aula consiliare di Verona. Durante l’esame degli emendamenti alla Variante 29, precisamente a mezzanotte, qualcuno avrebbe votato da remoto l’emendamento numero 805 al posto del consigliere Andrea Bacciga, impossessandosi illegalmente della sua identità digitale.
Bacciga infatti aveva lasciato il sistema Concilium, che identifica elettronicamente i consiglieri presenti alla seduta e consente loro di votare i provvedimenti anche da remoto, alle ore 20.13 per impegni personali, giustificando la sua assenza. Per tornare a collegarsi alle 1.40 di notte. Chi ne ha rubato l’identità è entrato con il suo nome dalle 23.45 alle 23.46 e poi dalle 23.51 alla mezzanotte e 42 secondi, scollegandosi subito dopo il voto di astensione dell’emendamento. Presenza e voto cruciali che avevano già fatto discutere. Prima dell’illustrazione del documento, infatti, il consigliere comunale Flavio Tosi aveva sollevato il dubbio sulla difficoltà di ricondurre il voto ai consiglieri viste le telecamere non attive su molti dispositivi. E poco prima del voto aveva chiesto al presidente Ferrari se il consigliere Bacciga risultava presente.
Questa mattina, in diretta streaming, il sindaco Federico Sboarina e il presidente del Consiglio comunale Leonardo Ferrari hanno fatto il punto dei fatti e delle indagini interne avviate. Erano presenti il vicepresidente del Consiglio comunale Paolo Rossi, i capogruppo di Battiti per Verona Domani Daniele Perbellini, di Forza Italia Paola Bressan, della Lega Nord Anna Grassi e, in rappresentanza di Fratelli d’Italia, Nicolò Sesso. In sala Arazzi seduti anche l’assessore all’Informatica Stefano Bianchini e i consiglieri Andrea Velardi, Laura Bocchi, Matteo De Marzi.
“Un fatto gravissimo che non ha precedenti a Verona e per il quale si configurerebbero gravi ipotesi di reato – ha detto Sboarina -. Inaccettabile che una persona eletta dai cittadini, con importanti responsabilità davanti alla comunità e nel ruolo di pubblico ufficiale, durante l’esame di una delibera, decida di compiere un illecito. Se le indagini dovessero confermare il tutto, moralmente sarebbe un problema di serietà verso l’istituzione ma sarebbe soprattutto un pesante problema di legalità. Nessuno può permettersi un tale disprezzo per le regole e per i cittadini che rappresenta. Ognuno, infatti, risponde delle proprie azioni, ora le indagini faranno il loro corso e vogliamo andare fino in fondo perché nella nostra vita pubblica i furbetti non sono ammessi”.
“La denuncia era doverosa dopo quanto successo venerdì notte – ha aggiunto Leonardo Ferrari -. Un episodio inaccettabile che non ammette tolleranza in quanto ipotizzerebbe differenti reati, tra cui quello di sostituzione di persona e di falsità commessa da pubblico ufficiale. Aspettiamo l’esito delle indagini della Polizia Postale, dopodiché verranno presi i provvedimenti previsti”.
Così la Lega difende il suo consigliere
Tiene banco in Consiglio Comunale il “caso Bacciga”. Scrive la Lega: “In merito al gravissimo episodio avvenuto venerdì sera, 23 luglio, in Consiglio Comunale – a mezzanotte qualcuno si è introdotto nel profilo di Andrea Bacciga durante le votazioni a un emendamento della Variante 29, cliccando per lui l’astensione, mentre il consigliere non era connesso da remoto e non stava partecipando alla discussione da ore, come aveva regolarmente dichiarato alla maggioranza – il gruppo consiliare della Lega esprime solidarietà al collega, fatto oggetto di un illecito da parte di terzi e attaccato dalla minoranza che ha preso al balzo l’occasione per rilasciare dichiarazioni allusive, prive di fondamento, sul corretto operato durante le votazioni e le discussioni.
Il presidente del Consiglio ha già sottoscritto una denuncia alla Polizia Postale. Le indagini interne hanno verificato che un consigliere di minoranza avrebbe votato utilizzando un device diverso da quello usato solitamente da Bacciga, con le sue credenziali”.
«Per impegni personali non posso presenziare alla conferenza stampa. Torno a ribadire che l’episodio che mi ha visto coinvolto mio malgrado è di estrema gravità e penalmente rilevante.
Con rammarico assisto alla totale mancanza di solidarietà da parte dei consiglieri di minoranza che, anzi, hanno voluto insinuare e fare illazioni sulla mia integrità morale e professionale nell’esercizio di una funzione pubblica.
La verità verrà fuori, e quel giorno attendo le dovute scuse» afferma a sua volta Bacciga.
LE REAZIONI. “E’ sempre più evidente che molti dei consiglieri di maggioranza collegati da remoto che tengono la telecamera perennemente spenta si stanno dedicando a tutt’altre faccende” sostiene Michele Bertucco, Verona e Sinistra in Comune.
“Come minoranze verremo ricevuti dal Prefetto di Verona al quale abbiamo esposto il caso del consigliere Bacciga che sostiene di aver subito un voto “a sua insaputa” dalla propria piattaforma informatica”. “Ancora una volta i consiglieri della maggioranza del Sindaco Federico Sboarina mostrano scarso rispetto per le istituzioni e per i cittadini. La grande maggioranza di quelli che si collegano a distanza in queste sedute-fiume del consiglio comunale sulla Variante 29, fanno trascorrere ore e ore di dibattito senza mai palesarsi attraverso l’accensione della telecamera, dunque senza dare la certezza, nei confronti di chi assiste o partecipa al dibattito, di essere effettivamente presenti”. Questa la nota firmata dai Consiglieri comunali del Pd. Il “caso Bacciga” infiamma il Consiglio.