“Aumentare gli affitti delle case popolari anche di tre-quattro volte: questa è la vera ‘addizionale’ di Zaia, che mette le mani in tasca ai veneti più poveri. Altro che Regione Tax Free!”. Graziano Azzalin, Consigliere regionale del Partito Democratico, non molla la presa sul caso dei rincari dei canoni per gli alloggi Ater, scattati dal primo luglio”. Lo stesso hanno fatto Le consigliere regionali Pd Orietta Salemi e Anna Maria Bigon Il segretario provinciale Pd Verona Maurizio Facincani e il segretario cittadino Pd Verona Luigi Ugoli per il gruppo consiliare comunale Pd Verona: Elisa La Paglia e il capogruppo Federico Benini Il vicesindaco del comune di Sommacampagna Giandomenico Allegri Il consigliere del Comune di Villafranca Matteo Melotti. Sentiti inquilini, tecnici, sindacati e associazioni di categoria, per il PD emerge la necessità condivisa di intervenire con urgenza presso la Regione del Veneto affinché sospenda gli effetti della nuova Legge sulle case popolari e metta mano alle storture che stanno rendendo la sua applicazione iniqua e destabilizzante soprattutto nei confronti delle fasce di popolazione più bisognose. Il gruppo regionale Pd, che a suo tempo votò contro l’approvazione dell’attuale testo, ha pertanto presentato una mozione di sospensione della legge che, proprio a partire dal 27 Luglio, viene riproposta in moltissimi Comuni in tutte sette le province venete. Nella provincia scaligera, la segreteria provinciale Pd ha promosso la presentazione di mozioni analoghe in tutti i Comuni dove è presente il Partito Democratico. Il gruppo consiliare Pd del capoluogo ha depositato la propria mozione giovedì scorso, 25 Luglio. Ma che cosa sta succedendo? “A distanza di due anni dall’approvazione, avvenuta a maggioranza, della legge, si è verificato quanto avevamo paventato e denunciato durante la discussione in aula a Venezia” spiega la consigliera regionale Orietta Salemi, che ha seguito l’intero iter di approvazione. “Moltissimi degli attuali inquilini rischiano la procedura di sfratto dal loro alloggio magari perché risultano disporre di un piccolo tesoretto in banca, frutto di decenni di risparmi. Proprio per scongiurare il verificarsi di situazioni di questo tipo, come gruppo Pd in Consiglio regionale avevamo presentato emendamenti per innalzare dagli attuali 20.000 euro a 23.000 euro di reddito Isee la quota di accesso alle case popolari. Inoltre avevamo chiesto di procedere ad assegnare gli alloggi a tempo indeterminato con verifiche quinquennali dei requisiti e non, come è oggi, con assegnazioni quinquennali. Purtroppo le nostre proposte sono state bocciate e questo si riverbera sulla stabilità abitativa di migliaia di nuclei famigliari”.