La Corte Costituzionale, con una sua sentenza del 7 marzo, ha accolto e dichiara legittimo il ricorso presentato da Sunia – Federazione di Padova, ASGI; Razzismo Stop Onlus, G.A.F.E., R.S.N. e J.E., che avevano chiesto di accertare il carattere discriminatorio tenuto dalla Regione Veneto e dal Comune di Venezia nel richiedere, per l’accesso alle graduatorie ERP (edilizia residenziale pubblica) il requisito della residenza anagrafica nel Veneto da almeno cinque anni, anche non consecutivi, calcolati negli ultimi dieci anni.
A giudizio della Consulta, le disposizioni normative riprese dal bando di concorso per l’assegnazione di alloggi di edilizia pubblica anno 2022 nel comune di Venezia sono illegittime in quanto non tutelano l’interesse di tutti i soggetti, non immediatamente e direttamente identificabili, a non subire discriminazioni nell’accesso a beni e servizi, incluso l’alloggio, in ragione della nazionalità.
Cosa cambia? La legge resta in vigore su tutto il territorio regionale con l’eccezione dell’articolo bocciato.
Chi è stato escluso, in base al requisito della residenzialità, può fare ricorso; le assegnazioni già effettuate non possono essere messe in discussione perché si configurano come diritto acquisito, mentre le assegnazioni in itinere e le graduatorie in essere vanno riviste.
“L’aver ripristinato un diritto di civiltà e di democrazia, come sancito dagli artt. 3 e 117 della Costituzione – ha commentato Lorisa Vaccari, Segretaria provinciale Sunia Cgil Verona – oltre che da una serie di direttive UE, rappresenta una svolta molto importante per le logiche di accoglienza e integrazione regionali. Quella abitativa – ha aggiunto – è diventata una vera e propria emergenza nella nostra città, nella regione Veneto e in generale sul territorio nazionale. Il diritto alla casa – ha proseguito – però non può trasformarsi in una guerra tra poveri; per questo serve urgentemente un piano casa nazionale e regionale con investimenti certi per aumentare la disponibilità di alloggi di residenzialità pubblica con piani di manutenzione e di recupero tutti gli alloggi ERP vuoti che nel Veneto sono circa 6000”.
Per la rappresentante sindacale vanno ripristinate le misure, sospese dal governo Meloni, a sostegno alla morosità incolpevole e per calmierare il caro affitti. Servono poi piani urbani comunali per regolamentare il ricorso ai fitti brevi e turistici.
Per Lorisa Vaccari “serve soprattutto una forte volontà e lungimiranza politica capace e determinata nel progettare soluzioni di rigenerazione urbana centrate sull’inclusione e la sostenibilità sociale e ambientale. I segnali che arrivano dal governo – conclude – però vanno in tutt’altra direzione, la cosa fondamentale e urgente sembra sia quella di sanare i piccoli abusi edilizi pensando, a torto, che questo sbloccherà il problema affitti”.