La società Colorificio Casati Spa, parte del gruppo internazionale Meffert, ha ufficialmente comunicato alla RSU e a Filctem Cgil l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 14 lavoratori in organico nella sede di Poiano. Si tratta di una decisione non condivisa e inaccettabile, che tradisce le parole di speranza e rilancio proferite dalla stessa azienda dopo qualche settimana dal terribile incendio del 1° marzo 2022 che costò la vita ad un operaio: “Continuate a sostenerci nel promuovere la nostra importante realtà produttiva e commerciale”.
Gli stessi dipendenti erano stati più volte rassicurati sulla ripresa lavorativa dell’intero stabilimento. Ma a meno di una anno dalla tragedia arriva una terribile beffa: “complicazioni burocratiche e aumento dei costi di produzione”, queste sono le motivazioni con cui l’azienda annuncia che il reparto smalti a solvente non verrà riaperto e che per 14 lavoratori e lavoratrici (un quarto della forza lavoro che in totale ammonta a 58 persone) non c’è più posto nel suo organico, né nella sede di Poiano né in altre sedi, ragion per cui apre una procedura di licenziamento collettivo.
All’indomani dell’incendio, per garantire la stabilità occupazionale, era stata aperta in primis la Cassa integrazione ordinaria e dal 1 Giugno 2022 la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale, che terminerà il 5 Giugno 2023, finalizzata proprio alla integrale ripresa della attività lavorativa con completo mantenimento dei livelli occupazionali oltre che ad un rinnovamento tecnologico che avrebbe aumentato ulteriormente le misure di sicurezza. Parlare di esuberi a questo punto è quanto di più fuori luogo si possa sentire. La stessa forza di filiera che undici mesi fa è stata usata per non frenare la produzione e rassicurare il mercato ora viene utilizzata per lasciare senza lavoro 14 famiglie. Il sindacato parteciperà al tavolo di confronto che si svilupperà da qui fino alla fine delle tempistiche previste dalla procedura di legge.
“Ma è il momento- conclude Gianni Morandini di Filctem Cgil Verona- che anche le istituzioni si facciano sentire, per non vedere impoverita una parte importante dell’economia del territorio e lasciare 14 famiglie prive di reddito, a maggior ragione in un contesto socio economico già di per sé difficile.
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