Le categorie economiche giudicano iniqua la previsione di aumento dell’addizionale Irap annunciata dalla Regione, perché va a colpire un unico settore già in difficoltà. Le spiegazioni dell’amministrazione regionale – sostiene Casartigiani nel suo intervento all’audizione in prima commissione al Consiglio Regionale con Franco Storer e Andrea Prando – non bastano e neppure gli esempi pratici dell’esiguità degli importi previsti sono ormai credibili. L’aumento dell’Irap a carico di 184mila attività produttive venete scontenta il mondo economico che si sente già spremuto e vive una fine d’anno tutt’altro che tranquillo. È importante ricordare – aggiunge Casartigiani – che già al primo confronto, che proponeva un aumento dello 0,10% e dello 0,50%, avevamo espresso il nostro rifiuto subito dopo l’estate. Oggi ci troviamo senza alcuna altra consultazione, che nelle previsioni di bilancio, si passa a un 0,18% e 0,65 % con una previsione di entrate per 80 milioni di euro. “Ci vuole “un bel coraggio ad alzare le tasse” ad un comparto già di per se in grave difficoltà a pareggiare i conti fra guerre, tensioni di mercato, tassi d’interesse ancora troppo alti, credito bancario a singhiozzo e settori produttivi in forte difficoltà per la carenza di mercati stabili, soprattutto perché è un provvedimento che andrà a toccare anche le aziende in perdita – afferma Andrea Prando Segretario generale di Casartigiani Veneto. Un provvedimento dai principi illogici, come quello dei Maestri Artigiani che, come unico vantaggio, aveva proprio la riduzione IRAP”. Per Casartigiani si tratta di un’azione senza senso che penalizzerà le assunzioni di personale, e che agevolerà l’apertura di nuovi tavoli di crisi, ma soprattutto che dà la sensazione di una distanza abissale tra regione e parti sociali imprenditoriali.