Casa Circondariale, altro tavolo tecnico Solo con l’unione tra istituzioni e territorio è possibile arrivare a soluzioni vantaggiose

Casa Circondariale a Montorio
Casa Circondariale a Montorio

Si concretizza il lavoro avviato nei mesi scorsi e che ha portato all’istituzione del primo tavolo tecnico guidato dal Comune a cui partecipano le istituzioni competenti.

Solo con la sinergia tra istituzioni e territorio si può essere più incisivi nel proporre soluzioni a vantaggio di tutta la comunità.

Le difficoltà dell’abitare che sono di tutti i cittadini vengono amplificate per i detenuti, da qui la volontà di rafforzare le progettualità già attive che devono essere replicate e potenziate coinvolgendo la Provincia.

E’ una delle proposte avanzate dall’Amministrazione comunale durante il secondo tavolo tecnico sul carcere organizzato dal Comune per trovare soluzioni condivise alle problematiche che negli ultimi mesi hanno interessato la casa Circondariale di Verona ma che si riscontrano medesime nelle carceri delle altre città italiane.

Sul tavolo anche la necessità di introdurre maggiori opportunità lavorative per i detenuti, il problema dell’uso di droghe all’interno del carcere, la situazione sanitaria e la necessità di rafforzare l’attività dei Centri Non Agire Violenza in sinergia con il Tribunale.

E’ la prima volta che si affronta il tema del carcere come comunità, con il Comune che ha chiamato a raccolta le istituzioni e i soggetti che a vario titolo si occupano della Casa Circondariale di Verona e dei suoi detenuti con la volontà di trovare soluzioni che garantiscano la dignità delle persone.

L’impegno attraverso questo tavolo è quello di lavorare affinché non si perdano occasioni di recupero sia dal punto di vista umano che sociale.

Ciò in virtù anche della considerazione che per la maggior parte di coloro che entrano in carcere, la detenzione è un’esperienza transitoria, terminata la quale tornano ad essere cittadini a tutti gli effetti.

Un reinserimento nel territorio che non può prescindere dal territorio stesso, considerato anche che molti dei detenuti nel carcere di Verona sono residenti del comune.

Il tavolo avrà una cadenza trimestrale e tornerà quindi a riunirsi tra fine settembre e fine ottobre.

All’incontro che si è svolto in municipio hanno partecipato l’assessora alla Sicurezza, Legalità e Trasparenza Stefania Zivelonghi, l’assessora alle Politiche sociali e abitative Luisa Ceni, la direttrice della Casa Circondariale di Verona Francesca Gioieni, il Garante dei Diritti delle persone private della libertà don Carlo Vinco, i magistrati dell’Ufficio di Sorveglianza di Verona Maddalena De Leo e Vincenzo Semeraro, l’avvocato Alessandro Favazza in rappresentanza del presidente della Camera Penale avvocato Paolo Mastropasqua.

Presente anche il dirigente del Terzo Settore Paolo Martini.

“Con il secondo incontro del tavolo tecnico sul carcere voluto dall’Amministrazione – spiega l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi- siamo entrati nel vivo delle principali criticità del penitenziario veronese con proposte concrete che crediamo possano migliorare la situazione all’interno della Casa Circondariale e soprattutto la permanenza dei detenuti. Il problema del sovraffollamento è noto, ad oggi ci sono 600 detenuti a fronte di 350 posti disponibili, così come la situazione sanitaria e l’esigenza di potenziare le opportunità di lavoro per i carcerati”.

“Come Comune stiamo raccogliendo diverse proposte dal territorio per migliorare la situazione del carcere veronese, proposte che portiamo al tavolo tecnico per coordinarle al meglio – afferma l’assessora alle Politiche sociali Luisa Ceni-. Solo con la sinergia tra istituzioni, enti e associazioni si possono raggiungere risultati concreti”.