Daniele Polato, consigliere regionale FdI: “Se il buon giorno si vede dal mattino, non è stato certo un gran bell’inizio quello del sindaco Tommasi ieri a Trento in A22. Nel suo primo appuntamento importante fuori dalle mura di Verona, ha già collezionato la prima brutta figura. Tutti gli altri soci hanno tranquillamente nominato i loro rappresentanti in cda tranne Verona, perché il sindaco non è riuscito a fare il sindaco. Nei cinque anni precedenti, il capofila dei tre soci veronesi è sempre stato il Comune. Ricordo la lunga e difficile partita contro la statalizzazione voluta dall’allora ministro Toninelli. L’abbiamo evitata perché il sindaco Sboarina ha aggregato non solo i veronesi, ma anche tutti i soci del sud fino a Modena. Anche stavolta con le nomine, bastava parlarsi con Provincia e Camera di Commercio per evitare di arrivare con tre nomi per due posti e diventare la Cenerentola della A22. Tommasi invece ha pensato solo a nominare se stesso (tra l’altro facendolo all’ultimo minuto perché gli era ‘scappata’ la scadenza), salvo scoprire in assemblea come funziona. Partite importanti come le strategie nelle Partecipate non possono essere gestite con le buone intenzioni, ci vogliono la buona amministrazione e la massima competenza. I dilettanti vanno bene sui campi di calcio non nelle assemblee di società che devono lottare per ottenere il rinnovo della concessione e produrre un project financing da 7 miliardi. Il buonismo delle magliette gialle qui non funziona, ci vuole preparazione e basta. Senza contare la figuraccia sulle quote rosa, che per la sinistra vanno bene solo quando devono applicarle gli altri. Alla Brennero, Tommasi se n’è fregato nominando se stesso al posto di una donna. Il rispetto della parità di genere deve essere garantita anche da Verona che ha due nomine da fare. Quindi adesso il sistema Verona si trova in un doppio vicolo cieco: due persone su tre di quelle candidate devono fare un passo indietro. Sarà interessante vedere chi lo farà”.