Uno spaventoso ciclone quello che sta investendo l’autotrasporto italiano e, in generale, la mobilità di imprese e cittadini. Gli aumenti vertiginosi di questi ultimi mesi delle materie prime, di energia elettrica e gas, riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora il carburante largamente più diffuso per far muovere il trasporto merci sulle strade d’Italia e d’Europa. Ma non va dimenticato che tutti, imprenditori e cittadini, si spostano con veicoli, per lavoro e per uso privato, e che tutte le tipologie di carburanti stanno subendo pesanti rincari.
Il costo del diesel alla pompa, un anno fa, era 1.360,65 al litro, mentre secondo le rilevazioni ufficiali del Ministero della Transizione Ecologica, al 31 gennaio 2022 risulta pari a 1.667,29, circa il 23% in più. Pertanto, il costo del pieno per un mezzo pesante di oltre 11 tonnellate si stima sia salito di oltre 150 euro. Prendendo come riferimento la percorrenza media annuale di un mezzo pesante, ossia 100mila km, si arriva a circa 3,3 km al litro, e il risultato produce un aumento insostenibile per un autotrasportatore, che in soli 12 mesi comporta un aggravio di migliaia di euro per ogni automezzo. Secondo i colleghi della Cgia di Mestre si parlerebbe di quasi 8.600 euro all’anno in più, comprensivi di Iva e senza la detrazione delle accise, mentre al netto di questi due elementi il rincaro viene stimato in circa 5.600 euro.
“Confartigianato Trasporti – puntualizza il Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Roberto Iraci Sareri – aveva avvertito per tempo le Istituzioni sull’arrivo di una bufera dei prezzi che si sarebbe abbattuta sul mondo dell’autotrasporto con il rincaro di materie prime e carburanti, proponendo alcune misure emergenziali al Ministro Giovannini ed alla Viceministra Bellanova. Purtroppo gli allarmi non sono serviti e le nostre proposte sono cadute nel vuoto, con tutti gli effetti catastrofici che adesso vivono le imprese di autotrasporto”.
Tra le proposte, l’introduzione di crediti d’imposta sia per l’additivo AdBlue per i mezzi diesel più moderni sia per il gas naturale liquefatto LNG, per controbilanciare gli effetti degli aumenti e dare ossigeno agli autotrasportatori, per i quali la voce carburante grava per il 30% dei costi aziendali.
Ma nell’attuale situazione c’è anche un risvolto a dir poco surreale.
Molti autotrasportatori hanno investito in mezzi pesanti a metano liquido (LNG), che costano circa 30 mila euro in più rispetto ai veicoli a gasolio. Un maggior costo che le aziende avrebbero potuto compensare con il risparmio sul prezzo del metano, che, ora, purtroppo, è praticamente quadruplicato! “E’ ancora più urgente porre subito rimedio alla drammatica situazione che potrebbe far diventare conveniente per le imprese spegnere i motori anziché continuare a viaggiare in perdita – aggiunge Paolo Brandellero, Presidente di Confartigianato Trasporti Verona – con conseguenze devastanti per la ripresa economica in atto. A tutela di migliaia di piccoli e medi autotrasportatori, Confartigianato Trasporti ha chiesto al Governo di mettere in campo provvedimenti immediati per alleggerire la pressione sulle imprese, restituendo ¬– conclude Brandellero – parte di quel ‘tesoretto’, quantificato in un 1 miliardo di euro, incassato dal Fisco a titolo di extragettito Iva sul prezzo di vendita in rete ed in extra rete di tutti i carburanti per autotrazione”.