Caro affitti, parte l’università però non è cambiato nulla Il mercato immobiliare per gli universitari è sempre più proibitivo: prezzi alti, scarsa offerta di alloggi. Nonostante le proteste e gli impegni

Nei mesi scorsi era stato il cavallo di battaglia della politica: tutti dalla aprte degli studenti che contestavano contro gli affitti impazziti, contro l’impossibilità di trovare alloggi per universitari per colpa della moda selvaggia che vuole trasformare tutto in bed and breakfast facendo impazzire il mercato immobiliare.
In occasione dell’apertura dell’anno accademico eprsino la ministra Bernini era arrivata a Verona pre rassicurare che sarebbero stati stanziati fondi del Pnrr per gli alloggi universitari; il Comune stesso ha avviato procedure per ampliare l’offerta di alloggi per universitari.
Ma alla vigilia della riapertura dell’università, siamo punto e daccapo. Studenti che non trovano alloggi e se li trovano sono carissimi, con affitti aumentati rispetto allo scorso anno.
La protesta è servita a qualcosa? Se lo chiedono gli studenti che qualche mese fa avevano piantato le tende dietro la mensa del Polo Zanotto ricvevendo solidarietà politica bipartisan e oggi si sentono dimenticati come al solito.
“Ora come ora salgono i prezzi, 401€ per una singola (+8%): si sta riproponendo lo scenario visto anche lo scorso anno” dichiara Laura Bergamin, la coordinatrice di UDU Verona “L’attuale ricerca di posti letto studenteschi porterà presto alla saturazione del mercato, consegnando chi non ha ancora casa alla speculazione da parte di proprietari privati”.
L’università di Verona, questo è il paradosso, è una delle poche in continua crescita di iscritti grazie all’ampliamento dell’offerta formativa. Ma di pari passo non si sono ancora ampliati i servizi garantiti agli studenti.
“L’ampliamento dell’offerta formativa porterà un aumento delle iscrizioni, in particolare di fuorisede, ma l’aumento dei posti nelle residenze pubbliche e dei servizi di diritto allo studio è ancora troppo esiguo. Secondo il rapporto ANVUR 2022, in Veneto meno di 1 fuorisede su 14 può accedere ad un posto in residenza pubblica: è la dimostrazione della mancanza di tutela e di impegno da parte della nostra Regione”.
“Secondo il rapporto annuale di Immobiliare.it Insights, Verona è l’ottava città d’Italia più costosa per gli studenti. Nel rapporto si nota anche come l’offerta delle stanze sia aumentata del 46% negli ultimi mesi ma rimane insufficiente per la domanda, anche essa aumentata, del 56%. Rispetto allo scorso anno i prezzi sono saliti del 27%, arrivando ai 401 euro per una singola (+8%) e 217 euro per un posto letto in doppia (+9%).“Questi aumenti si aggiungono all’aumento del costo della vita e delle altre spese mensili, dalle utenze alla spesa. Oggigiorno, permettersi una formazione universitaria è sempre più elitario” continua Bergamin. Da parte del sindacato studentesco di UDU Verona non manca la denuncia per la mancanza di alloggi pubblici: “Ribadiamo ancora che non è più possibile aspettare, serve un impegno comune per ampliare il numero di residenze studentesche pubbliche. La riconversione di immobili pubblici sfitti rappresenta la sfida da intraprendere nei prossimi anni per garantire ad ogni studentessa e studente una casa durante il proprio percorso di studi.” conclude Bergamin.