Le fondazioni Crt e Cariverona valutano se aderire all’aumento di capitale di Unicredit da 13 miliardi di euro proposto nel piano industriale, in relazione alla redditività futura proposta dalla banca, ma anche al prezzo e ai tempi dell’operazione. “Stiamo valutando. Lunedì abbiamo un consiglio. Dopo ne parleremo”, ha detto Massimo Lapucci, segretario generale dell’ente torinese che ha il 2,3% di Unicredit, a MF, “da soci storici stiamo facendo alcune considerazioni anche nell’ottica della redditività futura rappresentata nel piano”, ha precisato Lapucci a margine della celebrazione dei 25 di Fondazione Cariplo. Anche la fondazione Cariverona ha iniziato a valutare l’aumento di capitale di Unicredit , che verrà completato nel primo trimestre 2017 (l’assemblea straordinaria è stata fissata per il 12 gennaio).La fondazione, che con il suo 2,73% è uno degli altri principali soci italiani dell’istituto, ha riunito il consiglio di amministrazione e il consiglio generale e in entrambi il presidente, Alessandro Mazzucco, ha fatto un’informativa sulla situazione. Per arrivare a una decisione definitiva mancano due elementi, ovvero la tempistica e il prezzo dell’aumento di capitale. Di sicuro il piano dell’ad, Jean Pierre Mustier, è ben visto, considerato che nei giorni scorsi Mazzucco lo ha definito “da un punto di vista tecnico, della banca, perfetto”; rimane però il fatto che si tratta anche di un’operazione “onerosa”, visto che, sulla carta, potrebbe costare a Cariverona fino a 355 milioni di euro, considerato che il rafforzamento di capitale è pari a 13 miliardi Da parte della fondazione c’è l’intenzione di seguire l’aumento, anche perché Cariverona è stata fra coloro che hanno sostenuto la candidatura di Mustier. Una strada diversa sceglierà, invece, Cassamarca, l’altra fondazione che un tempo faceva parte del nocciolo duro degli azionisti di Unicredit : a Treviso non sono intenzionati a sottoscrivere l’aumento e quindi la quota si ridurrà, scendendo attorno allo 0,15%.