Cariverona, parte il casting in vista del rinnovo 2024 Molti i nomi in corsa per il dopo-Mazzucco. Il presidente uscente farà decidere il suo successore all’attuale consiglio generale senza aspettare i rinnovi. Tra i candidati Nocini, Cavalleri, Piccinini, Pizzolo, Fratta Pasini e altri ancora. Ma ci sono malumori

C’è la corsa alla poltrona di Cariverona

Per il dopo-Mazzucco in scadenza, tanti i nomi: da Nocini a Cavalleri, da Pizzolo a Piccinini

Si sono aperti i giochi per il rinnovo dei vertici della Fondazione Cariverona, come anticipato la settimana scorsa dalla Cronaca di Verona e subito si sono scatenate le candidature più o meno concrete per la successione di Alessandro Mazzucco. L’attuale presidente infatti è al secondo mandato in scadenza e non è più rinnovabile.
Sono già partite le procedure per il rinnovo del Consiglio generale che vedrà il cambio di 16 membri su 25 con il meccanismo delle terne che abbiamo spiegato nei giorni scorsi, rilevando come potrebbe essere decisiva l’alleanza politica sia di centrodestra che di centrosinistra per arrivare al nuovo presidente. In particolare però i tre sindaci di Verona, Vicenza e Mantova (Tommasi, Possamai e Palazzi) potrebbero, se faranno le giuste alleanze, dare una svolta alla partita.
Ma chi potrebbe prendere il posto di Alessandro Mazzucco, cardiochirurgo ed ex rettore dell’Università? Da tempo si rincorrono voci su nomi che potrebbero avere un profilo simile al suo per garantire continuità negli investimenti in ricerca scientifica e universitaria. Per questo circolano i nomi di Giovanni Pizzolo, già vice di Mazzucco, professore universiario, docente di Medicina e dell’attuale rettore dell’ateneo, Pier Francesco Nocini che spesso si incontra con Mazzucco per mettere a punto investimenti e risorse per l’ateneo, corsi di laurea, ricerca, strumentazione d’avanguardia.
Ma attenzione. Restando nel campo della sanità e della ricerca si fa strada un outsider di tutto rispetto: l’amministratore delegato dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar, Mario Piccinini, che rappresenta a livello nazionale molti istituti socio sanitari religiosi di Veneto, Trento e Friuli Venezia Giulia. E’ al quarto mandato al la guida di Aris Triveneto.

Cariverona, nomine e mal di pancia

Il nuovo presidente scelto al 90% dal Consiglio generale in scadenza. Le città chiedono ascolto

Un’alchimia, tra sanità, ricerca d’avanguardia, rapporti con la Regione per l’ospedale Sacro Cuore di Negrar, sostegno del mondo religioso che potrebbe far convergere su Piccinini le preferenze di enti locali e rappresentanti delle Curie. Vedremo.
Ma la presidenza di Cariverona ha ovviamente anche una forte caratterizzazione economica e finanziaria, è un player di primo piano nel mondo degli istituti di credito ed è una leva fondamentale per lo sviluppo del territorio anche sul fronte economico e culturale. E su questo fronte sono molti i candidati autorevoli.
Da tempo si sta muovendo con abilità nelle relazioni e grande circospezione l’avvocato Fulvio Cavalleri che già era in corsa nel 2016 per il dopo Biasi. Cavalleri può vantare relazioni fortissimi con molti mondi: è stato presidente dell’aeroporto Catullo e presidente vicario di Assoaeroporti per cui dialoga senza problemi con Save di Enrico Marchi; ad Assoaeroporti ha lavorato a stretto contatto con Palenzona già di Unicredit, ha forti agganci nella finanza bianca, ha buoni rapporti con il centrodestra.
Sempre restando nell’ambito economico finanziario, un’altra figura di rilievo che sta tenendo un profilo molto prudente ma è sempre su piazza è l’ex presidente della Banca Popolare, Carlo Fratta Pasini che già altre volte era stato indicato come possibile successore di Paolo Biasi alla Fondazione di via Forti.
Così come circola anche il nome del notaio Maurizio Marino che aveva tenuto a battesimo la Fondazione Banca Popolare di Verona e il cui figlio Giacomo è stato direttore generale di Cariverona; insieme a Marino i rumors mettono in campo anche professionisti e imprenditori, dall’ex parlamentare Massimo Ferro ad avvocati come Lamberto Lambertini e Giovanni Maccagnani. L’esperienza non manca.
PROCEDURE E MAL DI PANCIA.
Ma oltre al totonomi c’è tanta altra carne al fuoco in questa grande partita degli equilibri tra poteri cittadini, tra istituzioni, tra forze politiche. Temi spinosi.
E una delle prime spine per esempio, è questa: quale Consiglio generale voterà il nuovo presidente? Quello attualmente in carica e in scadenza tra fine gennaio e primi di febbraio o quello nuovo che sarà rinnovato per due terzi con equilibri politici e istituzionali probabilmente ben diversi? L’ipotesi più probabile è che il presidente uscente faccia in modo che a votare il suo successore sia il Consiglio generale attuale di cui sa che può avere il controllo. Se si verificherà questa ipotesi, Mazzucco riuscirà a proporre e imporre il proprio candidato in una logica di successione a se stesso e di prolungamento della propria impostazione universitaria/sanitaria.
Impostazione contro la quale dovranno lavorare per costruirsi una rete di sostegno alternativa gli aspiranti presidenti provenienti dal mondo economico/finanziario/bancario.
E questo è già un primo motivo di mal di pancia. Ma altri malesseri si stanno allargando negli enti locali, chiamati a rinnovare i propri rappresentanti con il sistema delle terne di candidati, dalle quali i vertici di Cariverona sceglieranno i nomi più graditi. C’è per esempio un problema di gap nella rappresentanza di genere: le donne sono sempre state molto poche. Come rimediare? E poi ci sono città importanti che vorrebbero un dialogo più concreto con Fondazione Cariverona: vanno bene i bandi, i progetti, gli investimenti per le Università e la ricerca, ma i progetti elaborati dai Comuni? L’attenzione al territorio inteso come enti locali che possono avere in tasca grandi progetti e iniziative di interesse pubblico è ancora una priorità per la Fondazione di via Forti che ultimamente ha investito in cordate editoriali private? m.batt.