L’intesa sul suo nome è stata cercata in lungo e in largo, con incontri riservati in tutti i salotti della città per trovare la più larga condivisione, ma la corsa dell’imprenditore Bruno Giordano, sponsorizzato dall’uscente Alessandro Mazzucco, è ancora tutta in salita per conquistare la presidenza della Fondazione Cariverona.
La vigilia del voto è ricca di tormenti e telefonate.
L’altro giorno la Cronaca di Verona dava conto degli ultimi movimenti per cercare di costruire il consenso attorno al nome voluto da Mazzucco, ma l’interrogativo di allora è ancora attuale: questo accordo, sempre che ci sia, reggerà alla prova del voto?
Si riunirà infatti domani pomeriggio il Consiglio generale della Fondazione Cariverona che dovrà approvare il bilancio e poi rinnovare le cariche, in particolare quella del presidente, poiché Mazzucco dopo due mandati deve lasciare. La maggioranza per essere eletti è di 13 consiglieri su 25; voto palese che può diventare segreto se ne fa richiesta un certo numero di consiglieri.
Ma finora la storia della Fondazione dice che il presidente (prima Biasi, poi Mazzucco) viene sempre eletto all’unanimità, un segnale forte che vuole evitare la spaccatura tra maggioranza e minoranza che renderebbe complicata la gestione poi della quotidianità.
Ma al di là degli incontri riservati per cercare un accordo tra i vari enti protagonisti del Consiglio generale della Fondazione (Curia, categorie economiche, enti territoriali, amministrazioni comunali e così via) alla fine sono i consiglieri uscenti a votare.
E tra questi pare che non ci sia un grande accordo bensì più di una perplessità. Per vari motivi, ma è tutto da vedere se queste perplessità domani pomeriggio emergeranno in sede di Consiglio generale o se resteranno sotto traccia e si riuscirà ad arrivare ad una elezione all’unanimità.
Ma perché ci sono malumori?
Unanimità? Ecco gli scenari possibili
Per esempio, l’ipotesi che una eventuale presidenza dell’imprenditore Bruno Giordano, impegnato nella ricerca sulle rinnovabili e l’idrogeno con progetti sostenuti tra l’altro dalla Fondazione stessa, sia a tempo in vista di una possibile staffetta con il rettore Nocini (che deve concludere il mandato all’università) tra due anni, ha fatto alzare il sopracciglio a più di qualcuno.
Votare una nomina che potrebbe essere provvisoria non convince tutti. Da qui l’interrogativo sull’accordo: reggerà alla prova del voto?
E se non ci dovesse essere convergenza sul nome proposto, che cosa accadrebbe? Ma Giordano siede già in Consiglio generale, domani sarà seduto con gli altri e chi avrà il coraggio di uscire allo scoperto e dire che non va bene?
Difficile prevedere clamorosi colpi di scena anche perché in queste ore di vigilia non sono usciti allo scoperto nomi alternativi, non sono state fatte dichiarazioni pubbliche e non si sono registrate prese di posizione ufficiali.
Nel caso si verificasse durante il Consiglio generale una impasse, potrebbe essere sottoposto subito un altro nome per la presidenza (e non mancano nomi alternativi, vedi quello di Andrea Bolla che riscuote gradimenti); molto più probabile che, eventualmente, venga deciso di aggiornare la seduta in vista di ulteriori approfondimenti.
Approfondimenti che potrebbero dar tempo di cercare altre figure di rilievo con competenze economiche e finanziarie ma anche culturali e nel settore del sociale e del welfare, tutti ambiti di cui si occupa la Fondazione.
Anche se Cariverona, negli ultimi anni, secondo alcuni osservatori, è stata troppo lontana dai territori e dalle loro priorità, concentrandosi su temi di grande attualità come il clima, l’energia, la ricerca, ma poco locali. E inoltre la vendita delle azioni Unicredit non è stata proprio un grande affare.
In ogni caso, parere condiviso da molti osservatori del settore, lo statuto della Fondazione mostra ormai i suoi anni e andrebbe aggiornato.
Soltanto dopo l’elezione del nuovo presidente si arriverà a votare i sette componenti del consiglio di amministrazione e si esamineranno le terne (o le quaterne) arrivate dagli enti che devono rinnovare il Consiglio generale dove si cambiano 16 componenti.
In ogni caso quella di domani si annuncia per Cariverona come la più tribolata elezione di un presidente.