Sarà la partita più importante e delicata dei primi mesi 2024 per Verona, più delle prossime elezioni europee. Entra nel vivo infatti il rinnovo della Fondazione Cariverona cassaforte della città che distribuisce decine di milioni sul territorio Veneto. Il rettore Nocini si chiama fuori dai giochi (resto rettore, a detto) ma non sarà solo una questione tra medici e università: la politica entra in scena con una ipotesi che è una vera “bomba” di Natale. Il Mef con il ministro Giorgetti potrebbe dare alla Lega la presidenza, il suo uomo sarebbe Bricolo, presidente della Fiera. Presidenza che diventerebbe così a disposizione del sindaco Tommasi.
La Lega con la benedizione del Mef di Giorgetti porterebbe Bricolo al posto di Mazzucco
C’è una clamorosa indiscrezione che circola in città in questi ultimi giorni dell’anno per la delicata partita del rinnovo del vertice della Fondazione Cariverona, vera cassaforte della città che vede il presidente Mazzucco in scadenza e non più rinnovabile.
Una indiscrezione che rappresenta una vera e propria “bomba” di Natale per gli equilibri politici cittadini se trovasse poi concreta attuazione. Ma è una ipotesi molto fondata alla quale si sta lavorando sia a Roma in ambienti di governo che a Verona.
Che cosa bolle in pentola? L’ipotesi prevederebbe un clamoroso risiko di poltrone con un riequilibrio tra centrodestra e centrosinistra. E la prima nomina di profilo politico per la Fondazione bancaria dopo Paolo Biasi e Alessandro Mazzucco.
Sì, perche se da un lato sta andando avanti la linea di un rinnovo del vertice di Cariverona che resti nel perimetro sanitario e universitario caro all’uscente Mazzucco è anche vero che la politica dei partiti non sta a guardare e vuole provare a entrare in partita e gestire il mazzo di carte.
Per il primo scenario, mentre il rettore Pier Francesco Nocini si chiama fuori (resto rettore fino a fine mandato, ha detto ieri) si fanno i nomi del direttore generale del Sacro Cuore di Negrar Mario Piccinini e di Pizzolo, vicepresidente attuale di Mazzucco, pure lui medico universitario. C’è poi l’avvocato Cavalleri che punta di nuovo a raccogliere la maggioranza dei consiglieri con una partita che si gioca in ambienti economici finanziari.
Ma il vero cambio di scenario che si potrebbe concretizzare è tutto politico e partirebbe secondo quanto risulta alla Cronaca di Verona proprio dal Mef il ministero dell’economia e finanza che sovrintende le Fondazioni di origine bancaria.
Il capo del Mef è il leghista Giancarlo Giorgetti. Grande amico di lunga data di Giorgetti è il leghista Federico Bricolo, attuale presidente della Fiera. Un uomo prezioso per la Lega tanto che Il partito di.Salvini e Giorgetti potrebbe decidere di dirottarlo al vertice dell’istituto finanziario più importante della città e una delle prime d’Italia. Per la Lega significherebbe una conquista tutta politica in un punto chiave che distribuisce milioni di euro ogni anno nel Veneto e anche oltre. Ma non finisce qui.
Il sindaco potrebbe così nominare al posto di Bricolo uno dei suoi: il piddino Dal Moro?
Perché questa operazione porterebbe a liberare la casella della presidenza della Fiera. Presidenza che il centrodestra aveva blindato prima delle elezioni comunali per opera del sindaco uscente Sboarina il quale aveva voluto il rinnovo delle cariche prima del voto a scanso di sorprese che sono poi arrivate con il successo di Damiano Tommasi al quale ha così lasciato il regalo già confezionato al centrosinistra. E Tommasi si è così ritrovato nella impossibilità di cambiare.
Possibilità che invece ora gli si presenterebbe se questa manovra andasse avanti. Se Tommasi accettasse l’operazione, al posto di Bricolo andrebbe un esponente della coalizione Tommasi. Chi? Circola il nome dell’ex parlamentare Pd Gianni Dal Moro, da sempre.vicino agli enti economici. Il centrosinistra prenderebbe così il controllo dell’ente economico pubblico più importante in città, motore di un indotto enorme.
Uno scenario che avrà bisogno di ulteriori conferme e passaggi proprio nei prossimi giorni natalizi, tra telefonate, riunioni e cene per trovare strada più facile e capire se può andare avanti. Ma che il progetto cresca o meno, con la benedizione di Roma, è comunque il segnale concreto che sulla partita di Cariverona la politica che conta vuole entrare in campo con i suoi pesi massimi, vuole dire la sua ed essere protagonista trovando un accordo blindato tra centrodestra e centrosinistra, evitando che il gioco resti solo nelle mani degli universitari. Non va dimenticato poi, e non è secondario, che proprio Cariverona è un socio di primo piano e di peso di Veronafiere dove esercita molta influenza. Vedremo come andrà a finire.
Intanto, avanti con i brindisi e i fuochi d’artificio per salutare festosamente tutto quello che se ne va con il 2023 e per prepararsi ad accogliere le tante novità del 2024.
M. Batt.