In queste ore si sta giocando una partita delicatissima e molto interessante per l’editoria veneta e friulana e il sistema confindustriale collegato. La nuova società Nord est Multimedia presieduta da Enrico Marchi sta formalizzando l’ingresso di nuovi soci con una assemblea che prevede l’aumento di capitale riservato per concludere l’acquisto delle testate ex Gedi del Nordest e del polo televisivo Videomedia. Tra i nuovi azionisti ci sarà anche Fondazione Cariverona. L’istituto presieduto da Alessandro Mazzucco conferma l’acquisto di una quota pari all’1 per cento per entrare nel grande mondo dell’editoria nordestina che vedrà riunite sette testate (Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto, Il Piccolo di Trieste, la testata online Nordest Economia) oltre a Telechiara e TvA Vicenza. Mazzucco, come aveva spiegato in una nota di qualche settimana fa, punta a sostenere «iniziative locali d’impresa» come quelle di Nem «a tutela e consolidamento dell’editoria giornalistica nel Nordest». Il closing tra la corazzata di Marchi che ha riunito grandi industriali nordestini e varie Confindustrie e Gedi è previsto nelle prossime ore. Nelle stesse ore Cariverona sta perfezionando anche l’acquisto di quasi l’1 per cento del Gruppo editoriale Athesis che edita L’Arena, Bresciaoggi, Il Giornale di Vicenza e ha acquisito dal primo ottobre Gazzetta di Mantova e Telemantova, rilevando la quota di un socio in uscita. Cariverona diventa così un altro dei punti di contatto tra Athesis e Nem: per esempio Confindustria Vicenza fa parte sia di Athesis (storicamente) che di Nem (da poco) e la presidente Dalla Vecchia è nel cda della cordata di Marchi. E così pure Videomedia dell’industriale Spezzapria. Da Cariverona viene smentita l’ipotesi che la Fondazione possa avere una funzione di trait d’union tra le cordate che per il momento viaggiano separate, mentre nel Veneto si rincorrono le voci di una volontà dei vicentini di lasciare il Gruppo Athesis per schierarsi esclusivamente con il progetto di Marchi. Ma i berici dovrebbero fare i conti con gli storici patti parasociali sottoscritti tra gli azionisti del gruppo. Per ora quindi, Nem e Athesis viaggiano ciascuno per la propria strada anche se gli scenari di Marchi, che vuole raggruppare infrastrutture (aeroporti e autostrade), Confindustrie e tutto quanto produca reddito nel Nordest non si fermano qui e potrebbero portare con il tempo a una fusione tra i due gruppi. Ma è uno scenario che per ora resta un’ambizione difficile da concretizzare allo stato attuale e a queste condizioni. Intanto Cariverona, che si è svincolata dal Catullo mettendo in vendita il suo 3%, completa la manovra di ingresso in questi due “salotti” editoriali-confindustriali dove le buone relazioni evidentemente contano molto anche per una Fondazione che ha sempre ribadito la necessità di una redditività dei suoi investimenti (dalla Fiera agli immobili), mentre sono note le annose difficoltà del mondo editoriale cartaceo, in crisi per vendita di copie in edicola, per la difficile raccolta pubblicitaria e per gli alti costi di produzione e delle materie prime.