Prosegue in un clima di fattiva collaborazione il confronto apertosi tra Regione Veneto, Università e Ordine dei Medici all’indomani delle delibere con cui la Regione ha deciso di “aprire” all’assunzione di medici laureati e abilitati, ma non specializzati, per far fronte alla carenza di professionisti negli ospedali. Nuovi passi avanti sono stati fatti oggi, al termine di un incontro, tenutosi in Giunta regionale, tra l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, affiancata dal direttore generale Regionale Domenico Mantoan, i Presidenti delle Scuole di Medicina delle Università di Padova e Verona, e i rappresentanti della Federazione regionale degli Ordini dei Medici. Premesso che c’è pieno accordo sulla necessità che il Governo nazionale aumenti le borse di specialità fino a portarle in numero pari ai laureati, Regione, Università e Ordini professionali hanno istituito un Tavolo, che si riunirà già la settimana prossima, al termine del quale potrebbe scaturire una soluzione finale condivisa. “Ringrazio le Università e gli Ordini dei Medici – ha commentato il Presidente Zaia nel corso del punto stampa post Giunta – che hanno dimostrato di far parte della squadra. Siamo al lavoro su vari punti, tutti qualificanti. Tutti con lo stesso obbiettivo: dare ai pazienti tutta l’assistenza di cui hanno bisogno e risolvere una crisi che viene da lontano e che ha cause e colpevoli esclusivamente a livello nazionale”. “Al Tavolo – riferisce l’assessore Lanzarin – verranno valutati i numeri delle necessità della Regione, e le Università porteranno una quantificazione della possibilità di mettere a disposizione loro specializzandi per partecipare al raggiungimento dei posti necessari da coprire, anticipando l’anno di rotazione all’esterno delle sedi istituzionali di quelli che già stanno ruotando sulla rete formativa delle due Scuole di Medicina”. “Oggi – aggiunge la Lanzarin – si è anche concordata la riattivazione da parte della Regione dell’Osservatorio per la Formazione Specialistica, mentre a breve si riunirà il Comitato Scientifico della Scuola di Sanità Pubblica (a cui siedono Ministero, Università, Ordine Professionale e Regione), alla quale sarà affidata la parte teorica della formazione dei medici non specializzati, secondo le delibere della Regione. Su questo aspetto abbiamo concordato sulla possibilità di apportare eventuali modifiche che emergessero come opportune da parte del Comitato scientifico”.