CAR SHARING, “E’ UN FLOP ANNUNCIATO” Per Abrescia “è un completo fallimento; si è sprecato tempo e danaro pubblico”. Ora si chiede all’amministrazione che il servizio venga soppresso”

“Un flop annunciato, un’iniziativa disastrosa e inutile che si è rivelata in maniera inconfutabile un completo fallimento, con tempo, danaro pubblico sprecato ed un progetto ed una visione del centro storico totalmente sbagliati. Posti auto inutilmente scarificati per anni a scapito di residenti e non”. Michele Abrescia, presidente dell’associazione che rappresenta e tutela residenti, esercenti, professionisti e artigiani del centro storico di Verona e che ha come finalità quella di rendere sempre più vivibile il cuore della città antica e migliorarne la qualità della vita, interviene sulla recente notizia della soppressione per mancanza di utenti del servizio di Car sharing introdotto dalla precedente amministrazione Tosi. “La nostra associazione, già nel 2015, aveva evidenziato tutti i limiti e i paradossi di questa iniziativa. Avevamo fin da subito infatti denunciato tra i risvolti negativi del car sharing la possibilità di accedere in tutto il ristretto centro storico veronese, anche nei periodi di limitazione del traffico, con la conseguente drastica riduzione del numero di parcheggi a disposizione dei residenti e di tutti gli autorizzati. Residenti già pesantemente penalizzati dagli “assalti” caotici, disordinati e spesso non controllati di orde di auto di cittadini non residenti e di turisti in occasione delle feste e dei mercatini natalizi – continua il presidente di Vero Centro – Senza dimenticare il pesante “dazio” pagato dai residenti per far posto ai plateatici di bar e ristoranti che per mesi sottraggono decine di posti auto agli stessi.Tra l’operazione car sharing, i permessi serali e i plateatici”, conclude, “ sono stati sottratti circa 150 posti auto ai residenti, una situazione che, alla luce del flop dell’iniziativa, va sicuramente rivista e corretta”. Abrescia auspica infine che vengano ripristinati quanto prima gli stalli lasciati vuoti e inutilizzati per anni, con il paradosso tra l’altro di aver generato una perdita di gettito per l’Amministrazione.