“Capienza 80%?” Zanotto è scettico Giorgetti: "Perchè non reclutare personale socialmente utile per il controllo sui bus?"

“Le linee guida per i bus in vista dell’inizio della scuola che prevedono la capienza massima all’80% sono una decisione incompleta, che scarica sugli enti locali la responsabilità di trovare una soluzione alternativa per il restante 20% dei ragazzi che non possono salire sui mezzi pubblici”.
L’assessore comunale ai trasporti e candidato alle elezioni regionali per la Lega Luca Zanotto commenta così la decisione emersa dal Governo e dalle Regioni e aggiunge: “Le perplessità emerse tre mesi fa sussistono tutt’oggi e la capienza è una disposizione che mette tutti in difficoltà. Non è definito a chi è demandato il servizio di controllare quando è stata raggiunta sul bus la capienza massima dell’80%, se vengono mantenute le distanze di sicurezza tra i viaggiatori in piedi e quindi se far salire o meno altri ragazzi alle fermate. Decisioni demandate forse al conducente che deve guidare? In assenza di un contapersone è pressoché impossibile stabilire quando è raggiunta la massima portata prevista”.
GIORGETTI E IL CONTROLLO SUI FILOBUS.«Il Comune di Verona precetta i “nonni vigile” per la sorveglianza fuori dalle scuole cittadine, perché non predispone un avviso anche per la ricerca di figure socialmente utili che collaborino a sorvegliare le fermate dell’autobus? O perché non si avvale dei percettori del reddito di cittadinanza?». Il suggerimento arriva da Massimo Giorgetti, di Fratelli d’Italia, vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto.
«L’azienda dei trasporti ha già comunicato di non avere abbastanza operatori disponibili e anche impiegando gli agenti di Polizia locale, che però sono impegnati pure su altri fronti, è ovviamente impensabile vigilare su tutte le 1.200 stazioni di sosta del territorio urbano», commenta il consigliere veronese.
SALEMI  E I PUNTI CRITICI DELLA SCUOLA.. “La ripartenza del sistema scolastico in questo clima di incertezza non deve trasformare la scuola in un terreno di contrasto o, peggio, in un’occasione di conflitto sociale. Serve pensare a un patto di comunità in cui ciascuno responsabilmente gioca il proprio ruolo per ricostruire una comunità solidale che sappia valorizzare e rispettare le prerogative dei singoli componenti: personale docente, dirigente, personale tecnico, amministrativo e ausiliare, famiglie e studenti, istituzioni ed enti. L’impressione, invece, è che i dirigenti scolastici siano lasciati soli a gestire le incertezze dell’organico disponibile, la burocrazia e l’interlocuzione con le singole amministrazioni locali”.