Fine delle notti magiche! Fine del sogno! Fine della speranza di vincere il Mondiale di casa con la squadra più forte. Italia ’90 terminò esattamente 30 anni fa. Non tanto per gli azzurri di Azeglio Vicini, che a Bari quattro giorni dopo avrebbero conquistato il terzo posto a spese dell’Inghilterra e, con Totò Schillaci, il titolo di capocannoniere con 6 centri. Quanto per l’anima pulsante di un intero Paese. Il 3 luglio perdemmo in casa la semifinale al San Paolo contro l’Argentina, vinta a sua volta in casa da Diego Armando Maradona, fresco del suo secondo scudetto con il Napoli e a Napoli. «Io non voglio il tifo dei napoletani, voglio il rispetto. Gli italiani devono capire che il napoletano è anche italiano» così il “Pibe de Oro” preparò mediaticamente il terreno. L’inno argentino era sin lì stato fischiato ovunque negli stadi tricolori. Maradona invocò il rispetto per la sua Nazionale, ma anche per i napoletani, cui tutto lo Stivale chiedeva di non spingere il proprio re. «Non dovevamo giocare a Napoli, ma non è vero che l’Italia ebbe tifo contro», dichiara Andrea Carnevale.
Così come capitan Beppe Bergomi, che ha più volte ribadito: «A Roma, dove c’era un’atmosfera speciale, avremmo vinto». Mai avremo la controprova. Olimpico o San Paolo, nessuna differenza per Schillaci, per la quinta volta in quel Mondiale al posto giusto al momento giusto: 1-0. Al posto sbagliato nel momento sbagliato fu invece Walter Zenga, anticipato in uscita dalla chioma fluente di Claudio Caniggia: 1-1. Ai rigori l’eroe fu il collega albiceleste Sergio Goycoechea, divenuto titolare dopo l’infortunio occorso nel girone eliminatorio a Pumpido. Bello, tenebroso e incubo per Roberto Donadoni e Aldo Serena. Fine delle notti magiche!
La data del 3 luglio dovrebbe essere eliminata dal calendario azzurro. Il 3 luglio 1998 l’Italia infatti perse nei quarti a Saint-Denis contro i padroni di casa e futuri campioni del Mondo della Francia. Ancora una volta ai rigori. Lo 0-0 avrebbe potuto trasformarsi in trionfo per la truppa di Cesarone Maldini grazie ad un’occasione fallita per un soffio ai supplementari da Roberto Baggio. Poi la lotteria dal dischetto, l’errore di Demetrio Albertini e la traversa maledetta di Gigi Di Biagio, che ha rimbombato nella testa dell’attuale allenatore della Spal. Almeno sino al rigore della liberazione, segnato due anni dopo nella semifinale di Euro2000 contro l’Olanda, nella serata di Amsterdam universalmente ricordata per le prodezze di Francesco Toldo.
A proposito. Il 3 luglio 2000 fu un altro giorno caotico (a dir poco) per il calcio italiano, che solo poche ore prima aveva gettato alle ortiche la più incredibile delle finali continentali, sempre contro la Francia, a Rotterdam, dopo il golden gol di Trezeguet. Berlusconi attaccò il c.t. Zoff, dandogli del”dilettante”. “Come si fa a lasciare libero Zidane di iniziare tutte le azioni della Francia? Anche un dilettante l’avrebbe visto”. E Zoff si dimise. “Me ne vado, non posso stare ancora qui”. Dignitoso e serio come sempre.