Un altro angelo dalla “cara sucia”, dalla faccia sporca. C’erano, una volta, nel calcio degli anni ’60, più povero e più vero, un po’ squattrinato ma romantico, tre argentini che segneranno quell’ epoca: Humberto Maschio, Antonio Valentin Angelillo, Omar Sivori. Grandi e un po’ fuori dagli schemi, ribattezzati gli angeli dalla “cara sucia”, dalla faccia sporca, appunto. Grandi in campo, ma strepitosi anche fuori, tra “notti magiche” e conquiste mitiche, whisky e sigarette, Bacco, tabacco e Venere. Argentino è anche un vecchio amico dei tempi andati, Claudio Paul Caniggia. Quando arrivò a Verona, estate ruggente del 1988, si portò appresso un soprannome che fece sognare: lo chiamavano “hijo del viento”, il figlio del vento. La sua storia a Verona racconta di 21 partite e 3 gol, niente di speciale. Ma la sua storia a Verona racconta anche di fughe e assist, numeri da campione e randellate tremende, come quella che a Bologna, in una grigia, fredda giornata di gennaio, gli spezzò una gamba. La sua storia a Verona racconta, anche di altre fughe, fuori dal campo. Fughe in macchina, notti anche troppo… brave, amicizie pericolose. Dopo il Verona, furono Atalanta e Roma, senza perdere mai l’etichetta di “hijo del viento”, ma anche senza smettere mai di essere in fuga, dentro e fuori dal campo, forse per scappare da tutto, magari pure da se stesso. E poi c’era la Nazionale, la mitica Argentina, l’amicizia con Diego Armando Maradona, e tutto quello che non è difficile immaginare. Gol memorabili, come quello che ci costò la finale, bravo lui, un po’ meno Zenga, con quell’uscita spericolata. Spericolata, come la vita di Claudio Paul Caniggia, forse Vasco Rossi, senza conoscerlo e senza (ovviamente) saperlo, l’aveva scritta per lui, la sua canzone. Hijo del viento anche al Benfica, al Boca Juniors, al Dundee, al Glasgow Rangers, poi ancora in Qatar, infine a Wembley, terza serie inglese. Ultimi spiccioli, ultimi bagliori. Ha vissuto a New York, ha girato mezzo mondo, la sposato Marianna, ha avuto tre figli, non s’è fatto mancare mai niente. Oggi torna in copertina per la confessione choc di Marianna: “Mio marito è stato sedotto da una prostituta, ha perso la testa per lei. Ma io non mi arrendo, tornerà con me”. Immediata la replica: “Non ho niente da nascondere, mi spiace che la storia sia finita sui giornali” ha detto Caniggia. Sempre uguale a se stesso, capelli lunghi, un po’ meno biondi. Sempre in fuga da qualcuno e qualcosa. Si fermerà mai, “el hijo del viento”?
Raffaele Tomelleri