Il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma e componente del Comitato tecnico scientifico Giuseppe Ippolito ha lanciato l’allarme sul rischio di una terza ondata di contagi tra gennaio e febbraio: per questo bisogna evitare che le vacanze di Natale vengano gestite come quelle estive. “Si tratta di un sacrificio, ma pensiamo che a Natale 2021 potremo tornare a festeggiare“, ha spiegato. Il rischio è altrimenti quello di un’ulteriore ondata che andrebbe a coincidere con il picco dell’influenza.
Se da una parte è quindi necessario essere attenti e prudenti, dall’altra non bisogna cadere nel panico. La maggior parte dei pazienti giovani con sintomi, ha continuato, guarisce dalla malattia. Inoltre tra chi finisce in terapia intensiva la percentuale dei decessi è molto alta solo dopo una certa età: il 71,3% tra 61 e 70 anni, il 77,1% tra 71 e 80 e l’84,4% oltre gli ottant’anni. Per questo c’è l’esigenza di far arrivare in ospedale soltanto chi ne ha veramente bisogno, ma per fare questo servirebbe una medicina territoriale forte.
Quanto infine alla “decelerazione della curva dei contagi” di cui ha parlato il professor Locatelli, il direttore dello Spallanzani si è mostrato concorde pur spiegando che non si tratta di un “liberi tutti“. Al contrario si deve ancora capire se il rallentamento della corsa del contagio sia tale da mettere l’Italia in sicurezza in tempi rapidi. Per comprendere se si è sulla strada giusta bisogna però attendere altre due settimane. E per vedere effetti su un allentamento del peso sulle terapie intensive, ha concluso, è necessario aspettare fino all’8 dicembre.