Da centovent’anni fornisce energia pulita alla città di Verona. Il canale Camuzzoni, opera idraulica tra le più antiche del nord Italia, ha permesso l’industrializzazione di Verona tra fine dell’800 e i primi del ‘900 grazie alla forza dell’acqua, inizialmente convertita in energia meccanica in grado di azionare i macchinari industriali, poi in energia elettrica con la costruzione, nel 1923, della diga di Chievo e della centrale idroelettrica di Tombetta. Da allora, gli impianti hanno prodotto complessivamente circa 4mila Gwh di energia elettrica da fonte pulita, e sono in grado di soddisfare il fabbisogno energetico annuo di 15mila famiglie evitando l’emissione nell’ambiente di 25mila tonnellate di anidride carbonica. A distanza di tanti anni, il Canale Camuzzoni distribuisce ancora ricavi importanti ai suoi consorziati, tra cui – con una quota del 75 per cento – c’è Agsm: nel 2017 i ricavi del consorzio Canale Camuzzoni sono stati pari a 3.270.000 euro, 2.674.000 provenienti dalla centrale di Tombetta e 602.000 dalla diga di Chievo. “Non voglio esaltare i ricavi di quest’opera fondamentale e di questo consorzio che ne garantisce e ne preserva il funzionamento, che tra l’altro fino al 2004 è stata una società senza scopo di lucro – commenta il presidente di Agsm, Michele Croce –. Siamo qui per ricordare da dove siamo nati, cioè dall’idroelettrico storico, la fonte di energia pulita su cui poggia le sue fondamenta il Gruppo Agsm. Dall’energia ricavata dalla forza dell’acqua, senza bruciare fonti fossili, senza produrre anidride carbonica, senza immettere in atmosfera polveri sottili, ma con la sola sinergia dell’ingegno umano, delle opere ingegneristiche e della forza della natura. Un passato glorioso che è anche il nostro futuro: le nuove energie rinnovabili che oggi affiancano l’idroelettrico, cioè quelle ricavate dal sole e dal vento, sono un settore in cui negli ultimi 20 anni Agsm ha investito più di 100 milioni di euro e continuerà ad investire”. L’idea di derivare l’acqua dell’Adige per permettere lo sviluppo industriale della città fu ancora di Scipione Maffei nel Settecento. La progettazione esecutiva del Canale però fu affidata all’ingegnere comasco Enrico Carli, che terminò le opere nel 1887. Numerose le industrie nate e cresciute grazie all’energia fornita dal Canale: dalle Cartiere Fedrigoni, ancora oggi socie del consorzio al 25 per cento, ai Mulini Consolaro, al Cotonificio Crespi, alla Cartiera di Verona della famiglia Franchini, che in quegli anni editava il quotidiano L’Arena.