Risultati numericamente simili. Stati d’animo, sensazioni, destini, decisamente opposti. Il Caldiero supera al Berti il Caravaggio per 3-0, la Clivense a San Martino Buonalbergo viene battuta da un’altra formazione bergamasca, la Real Calepina con l’identico risultato, 0-3. E, alla terza giornata del girone di ritorno, tutto si delinea, gli orizzonti sono assolutamente chiari. Il Caldiero sogna, concretamente, la serie C. La formazione del presidente Filippo Berti non solo è al comando della classifica ma strappa, allunga con prepotenza. Alle spalle dei termali, il Piacenza non va oltre il pareggio casalingo, Varesina e Arconatese alzano bandiera bianca e così il vantaggio sulle seconde sale a quattro punti. E con un calendario non disprezzabile visto che domenica il Caldiero è atteso dalla Tritium, attualmente terzultima forza del campionato. Il Caldiero conferma un cammino interno che permette alla formazione dell’est veronese di detenere un record davvero invidiabile, dalla A alla D.
La squadra di mister Soave sul proprio terreno ha, infatti, subito una sola rete in undici gare giocate, nessuno in tutta Italia ha fatto meglio. Un acuto di Cherubin e una doppietta di capitan Zerbato piegano la resistenza del Caravaggio, sottolineando un’altra caratteristica di cui a Caldiero sono orgogliosi. Cherubin è di San Bonifacio, Zerbato di Castelnuovo del Garda.
Gli assist per le reti sono di Baldani, di Bussolengo e del giovane Orfeini, di Grezzana. Dei 19 giocatori a disposizione di Soave, 15 sono nati o vivono da sempre nel Veronese, una sorta di piccolo Athletic Bilbao, formazione della Liga spagnola, famosa per schierare, da statuto, solo giocatori baschi.
Se a Caldiero lo stato d’animo è sereno e felice, nella vicina San Martino Buonalbergo dove si esibisce la Clivense i musi sono lunghi e il momento è difficile. La sconfitta con la Real Calepina fa precipitare i ragazzi di mister Allegretti al quartultimo posto della graduatoria.
La retrocessione rimane lontana perché San Pietro e Crema sono staccate di otto e sette punti dalla formazione scaligera ma l’incubo playout è più che un’ipotesi. Non confermare la categoria sarebbe una botta tremenda per il duo Enzo Zanin e Sergio Pellissier che hanno raccolto l’eredità del vecchio Chievo e, nelle loro intenzioni e nella passione della tifoseria, avrebbero voluto con questa nuova creatura riportare quei colori, quella fantastica storia ancora nel calcio che conta.
Ma bisogna guardare in faccia la realtà. La salvezza è il traguardo a cui ambire e raggiungerla non sarà una facile impresa.
Mauro Baroncini