Calano le persone in età lavorativa Il peso della popolazione over 65 è passato dal 18,7% del 2004 al 23,8% del 2022

Il mercato del lavoro è alle prese con dinamiche demografiche che stanno determinando e determineranno sempre di più profonde trasformazioni nella struttura occupazionale e produttiva del Paese, con impatti significativi anche in termini di crescita economica e sostenibilità dei regimi pensionistici.
Con la nuova collana di approfondimento “Opus”, l’Osservatorio di Veneto Lavoro intende avviare un monitoraggio costante sul tema della demografia, attraverso la valorizzazione del patrimonio informativo esistente e dei dati amministrativi disponibili, per sviluppare un’analisi accurata del contesto attuale e delle principali tendenze in atto.
“Questo nuovo strumento di analisi, ‘Opus’, realizzato da Veneto Lavoro – ha detto l’assessora Elena Donazzan – spero ci possa portare a centrare ancor meglio le politiche di attrattività che dobbiamo attuare in Veneto, ma anche a dar forma a una migliore partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese”.
La dinamica di fondo è quella di un progressivo invecchiamento della popolazione, in corso già da molti anni e dovuto prevalentemente a due fattori: l’aumento della longevità e la denatalità. Negli ultimi vent’anni, infatti, il peso della popolazione in età anziana (over 65) è passato in Veneto dal 18,7% del 2004 al 23,8% del 2022, l’età media dei residenti raggiunge i 46 anni (4 anni in più rispetto al 2004) e l’aspettativa di vita si attesta ora a 81,2 anni per gli uomini e 85,5 per le donne (superando di poco la media nazionale).Alla contrazione del peso delle nuove generazioni contribuisce il contestuale calo delle nascite, che ogni anno fa registrare nuovi record: nel 2022 si è scesi per la prima volta sotto i 400 mila nati nell’anno a livello nazionale e sotto i 32 mila in Veneto. Oggi il numero medio di figli per donna è pari a 1,24 (1,27 in Veneto) a fronte di un valore di 2,1 che si registrava fino agli anni Settanta e che è considerata la soglia minima per garantire un rimpiazzo generazionale.
La diminuzione del numero di potenziali genitori e la contrazione del numero medio di figli si intrecciano in una spirale progressivamente più critica che sta conducendo verso una “trappola demografica”, in cui la denatalità passata vincola sempre più verso il basso quella futura.Il quadro complessivo che ne emerge è quello di una profonda alterazione della struttura demografica: sempre meno residenti e sempre più anziani. Se nel 2004 si contavano in Veneto 48 persone in età non attiva (under 15 e over 65) ogni 100 in età attiva, nel 2022 il rapporto è di 58 su 100.
Tali fenomeni incidono sul mercato del lavoro in modo apparentemente e paradossalmente positivo in termini di indicatori (basso tasso di disoccupazione ed elevato tasso di occupazione perché diminuita la platea complessiva della popolazione in età lavorativa), ma anche potenzialmente problematico in ottica futura, quando quasi certamente il bacino di lavoratori disponibili sarà insufficiente a soddisfare il fabbisogno, anche in termini di abilità e capacità di innovazione. I rischi collegati alle dinamiche demografiche si accompagnano però a fattori che possono rappresentare opportunità di sviluppo in termini di competitività, modelli organizzativi e crescita economica. L’innovazione tecnologica, in particolare, sta già comportando la riduzione di alcuni ruoli e professioni, trasformando posti di lavoro e creando nuove occasioni di lavoro in altri settori.