“”Fino a pochi anni fa la Cartiera dava occupazione, tra diretti ed indiretti, a circa 350
lavoratori e la produzione era di qualità eccellente, tant’è che in più occasioni ci sono
state manifestazioni di interesse da parte di gruppi industriali per acquistarla. Nel corso del tempo il sito è stato interessato da diversi processi di ristrutturazione, nonostante ciò la produzione è sempre andata avanti garantendo, tra l’altro, una buona occupazione in termini quantitativi e qualitativi”, ci scrive la CGIL di Verona.
“Da qualche tempo, però, su questo sito sembra essere piombata una maledizione che rende praticamente impossibile la continuità produttiva e soprattutto quella occupazionale. Dal giugno 2019, infatti, la produzione si è bloccata a causa di una grave irregolarità della precedente gestione (Cartiera di Verona), da quel momento i lavoratori hanno percepito soltanto 6 stipendi su 13 (quindi devono percepire ancora 7 mensilità). Nel sito nel frattempo si sono accumulati circa 25000 tonnellate di materiali pericolosi, che rendono tutta la zona altamente insicura perché un eventuale incendio metterebbe a rischio la sicurezza del quartiere e dell’intera zona sud della città.Negli ultimi mesi la Cartiera di Verona e la Cartiera di Cà di David (ultime due società) sono state dichiarate fallite, in questo momento c’è un “curatore fallimentare” che deve garantire, con il supporto di una decina di lavoratori specializzati, la sicurezza del sito nell’attesa che si possa concretizzare l’acquisizione da parte di altri soggetti (al momento sembrano essere due). Le risorse economiche a disposizione del “curatore” sono terminate il 15 giugno, quindi da tale data i lavoratori non saranno più stipendiati”, prosegue la nota.
“Dimostrando un ammirevole senso di responsabilità, i dipendenti hanno dato disponibilità a garantire fino a sabato 18 luglio la sorveglianza del sito nella speranza che le Istituzioni coinvolte in questa vicenda (Comune e Provincia di Verona, Arpav, Vigili del Fuoco, Curatore Fallimentare, ecc.) trovino una soluzione che possa garantire la messa in sicurezza del sito, e quindi del quartiere, e allo stesso tempo anche il pagamento degli stipendi ai lavoratori. E’ utile evidenziare che un eventuale incendio rischierebbe di compromettere la vendita dell’impianto stesso,che ancora oggi risulta essere molto interessate per diverse ragioni. Identico discorso se il
sito venisse preso di mira da vandali, che certamente vedrebbero in un sito non sorvegliato una preda molto allettante da spolpare. Tutti hanno interesse a trovare una soluzione che tenga insieme livelli occupazionali/salariali e garantisca la sicurezza, per
questa ragione i lavoratori hanno confermato di essere disponibili a continuare a sorvegliare il sito a condizione che si trovi una formula che consenta loro di ricevere gli
stipendi per non continuare a subire ancora pesanti disagi economici. A nostro parere la
soluzione della vertenza passa attraverso l’impegno e la volontà, anche politica, di tutti i soggetti, i quali certamente continueranno a valutare attentamente tutte le opzioni per garantire la sicurezza e la continuità occupazionale”.
Così si conclude la nota della CGIL. Sabato 18, ormai è vicino. Che cosa succederà?