Giovedì 12 luglio, ore 19: il deputato e consigliere-capogruppo comunale della Lega Vito Comencini scrive: «Complimenti», «Bel giochetto». Subito dopo arriva una notifica: “Vito Comencini ha abbandonato”. Sulla chat whatsApp “Consiglieri Istituzionale”, succede di tutto. Scegliamo di non pubblicarne lo screenshot, ossia il resoconto dell’intera conversazione (anche se in caso avremmo oscurato tutti i dati sensibili), sia per motivi di riservatezza sia perché preferiamo concentrarci sul nocciolo della vicenda. Che è questo: Vito Comencini, cavallo rampante della Lega, ormai storico punto di riferimento dei Giovani Padani e salviniano di ferro, è stato sfiduciato dal ruolo di capogruppo comunale. E il fatto, soprattutto per l’alto ruolo istituzionale di Comencini e per la sua vicinanza al leader del partito, è destinato ad avere pesanti conseguenze. La pugnalata arriva mentre Comencini è impegnato alla Camera nella maratona di dodici ore sul decreto legge che dispone la sospensione di tutte le udienze del tribunale di Bari che da alcune settimane è costretto a celebrare i processi nelle tende. Il capogruppo del Carroccio a Palazzo Barbieri è diventato Mauro Bonato, il quale è stato appoggiato nella scalata dai consiglieri Thomas Laperna, Laura Bocchi e Roberto Simeoni. Ed è stato quest’ultimo l’ago della bilancia. Fino all’altro giorno Comenciniano convinto, Simeoni – molto apprezzato per il suo attivismo nel quartiere Stadio dove ha una frequentatissima pizzeria – non ha gradito di essere stato scavalcato dalla collega Anna Grassi per la sostituzione (in qualità di assessore) del ministro Lorenzo Fontana. I giochi non sono ancora chiusi, e Federico Sboarina potrebbe prendersi ancora una decina di giorni prima di assegnare la carica. E però le quotazioni di Simeoni da un po’ erano in discesa, lui non deve averla presa benissimo, e dunque ecco spiegato il suo appoggio a Bonato. Tutto questo accade mentre prende il via ad Oppeano la tradizionale festa della Lega con ospiti di primo piano come il ministro alle Autonomie Erika Stefani, il collega alla Famiglia Lorenzo Fontana e il ministro dell’Interno e vicepremier Salvini. Il “capitano” è atteso stasera, in quello che si preannuncia un sabato infuocato per la Lega veronese. Comencini avrebbe già chiesto e ottenuto un colloquio privato con lui per metterlo al corrente nei dettagli della situazione e per fare i nomi di chi l’ha silurato. È possibile che Salvini, impegnatissimo sul fronte migranti, decida di gettare acqua sul fuoco per arrivare alla pausa estiva senza scossoni. Ma c’è chi è pronto a giurare che della questione si occuperà velocemente in prima persona il suo braccio destro Fontana, più esperto di questioni veronesi. Intanto Sboarina ha nominato il suo vice, che come il sindaco aveva in mente da tempo (ma c’erano i malumori delle fronde leghiste da gestire) è l’assessore ai Lavori Pubblici, alle Infrastrutture e al Traffico Luca Zanotto (Lega). Per il ruolo, come aveva anticipato la Cronaca, è stata in corsa fino in fondo l’omologa al Commercio Francesca Toffali. Un tassello va a posto (seppur a fatica), ma nella Lega di Palazzo Barbieri la rottura è totale.