Mancano otto mesi alle elezioni europee e poco più di un anno e mezzo alle regionali. Dunque stiamo entrando nuovamente in campagna elettorale. Sulla corsa a Bruxelles pesa l’incognita del numero dei collegi e la certezza che come sempre sarà una partita dispendiosa. Ma dalla prossima composizione del parlamento europeo dipenderà in parte quella del futuro Consiglio regionale. Tra i probabili euro-candidati veronesi c’è il presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato, attualmente senza un partito tradizionale di riferimento (è il dominus assieme a Stefano Casali del movimento civico “Verona Domani”) ma molto apprezzato sia in ambienti leghisti che forzisti. A proposito di Casali, il consigliere regionale ed ex vicesindaco di Verona aspirerebbe – in un futuro rimpasto di giunta – a diventare assessore anche per potersi lanciare al meglio verso la campagna elettorale del 2020. Tra i probabili partenti per Bruxelles c’è il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, vicentino e leghista doc, stimatissimo sia dal governatore Luca Zaia che dal leader del Carroccio e vicepremier Matteo Salvini. La concittadina Elena Donazzan, assessore al Lavoro, ormai in rotta con Forza Italia (di cui è unica rappresentante in giunta regionale) sarà probabilmente candidata in Europa in quota Lega. Un pensiero a Bruxelles lo sta facendo anche il padovano Roberto “Pitbull” Marcato, oggi assessore allo Sviluppo Economico. Tornando nella nostra città e rimanendo nel centrodestra, sta pensando a Palazzo Ferro Fini l’ex presidente di Agsm Fabio Venturi – leader del movimento “Generazione Verona” – sebbene l’obiettivo principale rimanga quello di diventare l’erede di Federico Sboarina. Nel centrosinistra, fronte Pd, punta alla riconferma a Palazzo Ferro Fini Orietta Salemi. Proverà ad andare a Venezia anche il consigliere comunale Dem Federico Benini, uno dei pochissimi esponenti cittadini di centrosinistra che prova a tenere in vita il partito a livello locale. Tenterà la via della laguna pure il collega pentastellato e candidato a sindaco nel 2017 Alessandro Gennari, il cui profilo piace molto al ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Il capogruppo regionale dei Cinque Stelle Jacopo Berti, padovano, potrebbe migrare in Europa. Tornando dall’altra parte della barricata, è da capire con quale partito (nell’eventualità di una candidatura) correrà per la riconferma Andrea Bassi, ex leghista, ex tosiano, attualmente nel gruppo consiliare “Centro Destra Veneto” assieme a Casali. Per Venezia entrerà in pista anche Gigi Pisa, da pochi mesi nelle file di Fratelli d’Italia. Fermo «ma non immobile», come sottolineano i suoi fedelissimi, l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, che ha come chiodo fisso le amministrative del 2022 (anche se è convinto che si tornerà ben prima al voto). A proposito, il primo candidato ufficiale alle comunali di Verona – con quasi quattro anni di anticipo – è Federico Vantini, che fino all’ultimo ha sperato di venire ripescato al parlamento europeo nelle file del Pd. Ecco, che l’annunciata corsa a Palazzo Barbieri sia solo un escamotage per salire finalmente su quell’aereo con destinazione Belgio?