E Michela concede il bis. La partita è la solita,centrodestra unito, centrosinistra al contrattacco, cambiando “cavallo”. La scelta cade su un nome prestigioso, quello di Giuseppe Brugnoli, storico, grande direttore de L’Arena. Brugnoli appartiene all’intellighentia della città, che ha guidato dalla scrivania del giornale con rara maestria.
Attorno al suo nome trova buona convergenza il popolo della Sinistra, dai DS ai Socialisti, da Rifondazione al Partito Popolare. Ma anche il centrodestra, aggiunge forze al gruppo che riconferma alla guida Michela Sironi Mariotti. Oltre a Forza Italia e CCD, infatti, confluiscono nella formazione anche AN e CDU. Restano fuori frange di centrodestra, Girondini e Ottaviani, Tito Brunelli naviga nel mare di mezzo.
IL PRIMO TURNO. Si vota il 24 maggio. Michela Sironi è nettamente favorita. Sia percheè è il sindaco uscente, sia per la forza del gruppo che la sostiene. Al primo turno ottiene infatti 60.772 voti, che equivalgono al 40,28%. Dieci punti percentuali in più del suo rivale, Brugnoli: per lui, 46.100 voti, pari al 30,56%. Girondini ne ottiene 24.053, pari al 15,94%. Al ballottaggio vanno dunque Michela Sironi e Giuseppe Brugnoli. Dieci puunti sono tanti da colmare, anche perchè può contare, probabilmente, sull’apporto dei sostenitori di Brunelli e poco altro.
IL BALLOTTAGGIO. Il 7 giugno, giorno del ballottaggio, le urne confermano le sensazioni della vigilia. Michela Sironi Mariotti ottiene 64.404 voti, pari al 58,33 % e diventa dunque per la seconda volta sindaco di Verona. Giuseppe Brugnoli migliora il risultato del primo turno, arriva a 46.160 voti, che significano il 41,67%. Buon risultato, ma insufficiente per insidiare veramente l’avversario. Può dunque iniziare il secondo mandato di Michela Sironi Mariotti. Il centrodestra rimane alla guida della città.