Da Cerea una scarica di puro hard rock. Sono i Brokendolls, band nata nel 2007 dall’unione di Giordy (basso), Nino (chitarra) e David Lee Ross (voce). Il gruppo si è poi completato con Casey (chitarra) e So (batteria).
Nel 2009 è uscito il loro primo disco ‘No Ice in My Drink’. Ad esso sono seguiti “Two Fiftynine” (2011), “Wolves Among Sheep” (2014), “Carillon Infernale” (2016) e “Snakecharmer” (2022).
Contemporaneamente, i Brokendolls sono stati protagonisti di diversi live show, anche in giro per l’Europa.
Li conosciamo meglio attraverso Casey.
Iniziamo parlando delle vostre influenze …
“Siamo influenzati da Backyard Babies, Lucifer, The Good, the Bad and the Ugly, Silver e dall’hard rock anni
’80, come Iron Maiden e Ozzy Osbourne. Però non abbiamo un vero e proprio gruppo di riferimento. Siamo
più un insieme di varie influenze”.
A proposito di Backyard Babies, avete condiviso il palco con loro …
“Qualche anno fa a Legnago abbiamo aperto per loro. Erano il gruppo principale di questo festival che è stato anche sfortunato. Il generatore è saltato e il loro concerto è finito a meta. Suonare con i propri idoli è bello ma allo stesso tempo, ti senti un po’ in soggezione. Purtroppo, non abbiamo avuto modo di parlare con loro. Sono stati sempre nel backstage”.
Qual è il gruppo più divertente con cui avete suonato?
“Gli americani Valient Thorr. Sono veramente dei pazzi sempre ubriachi e fumati. Però poi sul palco sono delle macchine, non sbagliano. Con loro ci siamo divertiti parecchio in tutte le date fatte assieme”.
Il posto più bello invece?
“Nel 2016, al Disintegrate Your Ignorance Festival abbiamo suonato in mezzo al bosco. Una bellissima location”.
Com’è stata l’esperienza live all’estero?
“Siamo stati in Germania, Francia e Austria. Per un gruppo piccolo come noi è complesso. Sono situazioni
piccole e, a volte, economicamente non ne vale la pena. Però, è molto divertente e ti permette di conoscere altre situazioni e audience”.
Avete ricevuto apprezzamenti anche dalla critica internazionale. Perfino Classic Rock USA ha recensito “Snakecharmer” con 8/10. Qual è il segreto per uscire dai confini italiani?
“Probabilmente è il fatto che non suoniamo come altri gruppi. Ci influenzano ma non siamo come loro. Noi
cerchiamo di mettere assieme un po’ tutto quello che ci piace, dal heavy metal classico, al punk rock, all’hard core. Credo che tutto questo sia capito più all’estero. In Italia siamo un po’più settoriali. È più difficile essere capiti se non suoni esattamente un determinato genere”.
Quale vostra canzone vi rappresenta maggiormente?
“Secondo me, ‘The Only’. Mette un po’ assieme tutte le varie influenze del gruppo. C’è hard rock, punk rock, hardcore. Racchiude bene cosa sono i Brokendolls nel 2022”.
In cosa siete impegnati attualmente?
“Stiamo lavorando al nuovo disco. Ho già scritto una decina di canzoni. Però dobbiamo ancora lavorarci in sala prove. Pensiamo di registralo il prossimo anno. Con i live contiamo di ripartire in inverno, si spera di più
all’estero adesso che abbiamo un’etichetta svizzera”.
Giorgia Silvestri