“L’uscita dalle Gran Bretagna dall’Unione Europea è motivo di preoccupazione, ma anche di speranza per gli agricoltori italiani”. Così la Confederazione italiana agricoltori (Cia) commenta l’esito del referendum inglese che ha sancito l’uscita dalla Ue. “C’è la preoccupazione che possa accadere uno sgretolamento dell’Ue attraverso altre fuoriuscite, ma anche la speranza affinché si possa ripartire con un rinnovato spirito di aggregazione verso la costruzione di un’Europa politica in grado di superare le cause che stanno alla base del voto degli inglesi. Auspichiamo un’Europa più vicina alle esigenze e ai problemi quotidiani dei cittadini e degli agricoltori, anziché un’Europa che vede nel ruolo delle banche, della finanza, della burocrazia i suoi elementi più evidenti”.
Va ricordato che l’Unione europea ha rappresentato e rappresenta principalmente la realizzazione di una Politica agricola comune: “Ancora adesso più del 40% del bilancio complessivo della Ue è destinato all’agricoltura dei Paesi membri. Pur con tutte le contraddizioni della Politica agricola comune, va riconosciuto che essa ha consentito il consolidamento dell’agricoltura italiana, una stabilizzazione dei mercati, anche se insufficiente, e una base di reddito riconosciuta attraverso la presentazione della domanda unica. E’ auspicabile che in questa nuova fase di costruzione dell’Unione europea ci sia maggior coraggio da parte dei governi, a partire dai Paesi fondatori, e del Parlamento europeo. In quest’ambito deve svolgere un ruolo di primo piano la società civile e in essa le organizzazioni professionali agricole”.