Brexit e marchi d’impresa, certezze in tempi incerti. In Camera di Commercio sono state presentate le novità introdotte dall’Ufficio Marchi Britannico in vista della Brexit, deal o no-deal. E’ stato inoltre presentato il nuovo regolamento marchi dell’Unione Europea che va a impattare soprattutto sui marchi collettivi come quelli relativi ai vini Doc e Docg e ai prodotti alimentari Dop che diventano marchi di certificazione. “Abbiamo fornito – spiega Riccardo Borghero, dirigente Affari Economici della Camera di Commercio di Verona – una panoramica delle differenze tra la disciplina dei marchi collettivi e dei marchi di certificazione, già presenti nella normativa europea ed introdotti, da quest’anno, anche nell’ordinamento italiano. Questo perché le nuove norme hanno previsto un termine, che scadrà il prossimo 23 marzo, per la conversione dei marchi collettivi attualmente registrati in Italia o in marchi di certificazione o in marchi collettivi “nuovi”. La conversione, anche mantenendo la qualificazione come marchio collettivo, dovrà essere obbligatoriamente fatta dai titolari entro il termine fissato, a pena di decadenza del marchio”. Poi, visto l’approssimarsi della Brexit, è stato fatto un riepilogo delle informazioni finora diffuse dall’Ufficio Marchi britannico, sul destino dei marchi o modelli europei, già registrati o in corso di registrazione, dopo l’uscita del Regno Unito dall’UE. I titolari di registrazioni per marchi e/o design nell’Unione Europea otterranno automaticamente e senza spese l’emissione di una registrazione similare, con le stesse caratteristiche e date da parte dell’Ufficio Marchi della Gran Bretagna. In caso di no-deal potrebbe esserci un periodo di ritardo nella “clonazione” dei marchi che potrebbe generare incertezza nel caso si stia facendo valere in giudizio il proprio marchio o siano in corso azioni di difesa.