Filobus, non c’è pace. Anzi. E’ una bordata dietro l’altra. L’ultima è del capogruppo del Pd in Consiglio comunale Federico Benini: “Il tormentone del Rup del filobus va avanti da anni, è giusto che a un certo punto ognuno si prenda le proprie responsabilità. Questo non deve diventare il paravento dietro cui nascondere i biblici ritardi nella realizzazione dell’infrastruttura che anche con l’amministrazione Sboarina non ha fatto significativi passi in avanti. L’attuale Sindaco ha perso due anni soltanto per chiudere dei semplici cantieri stradali e stringere un accordo con l’Ati responsabile della realizzazione dei lavori del filobus che lascia sostanzialmente inalterati i termini dell’opera salvo posticipare al 2024 la data di consegna dei lavori”. Ancora più duro, se possibile, il consigliere Michele Bertucco, di Verona e Sinistra in Comune: “E’ chiaro che l’amministrazione non ha nessuna intenzione di affrontare la campagna elettorale dell’anno prossimo con in corso nuovi (e potenzialmente infiniti) cantieri del filobus, ragion per cui sul tema ha tirato i remi in barca e non muoverà un dito fino a dopo le elezioni. Si chiude così uno dei mandati più sterili da questo punto di vista. Il Sindaco non ha fatto assolutamente nulla di quanto promesso circa il cambio del mezzo con uno meno impattante e senza fili. Fino alla settimana scorsa gli uffici confermavano che non c’era nessun nuovo documento disponibile. In alto mare anche la soluzione per l’unificazione dei sottopassi di Città di Nimes. Verona resta l’unica grande città del Veneto e del Nord Est a non poter contare su un sistema di trasporto pubblico rapido e di massa”. A testa bassa l’ex sindaco Flavio Tosi: “Perché il RUP nell’ambito della pubblica amministrazione deve essere obbligatoriamente un dipendente e invece Amt il 18 marzo ha emesso un bando per incaricare un libero professionista esterno a 70 mila euro annui. Morale? Amt rischia di aver nominato un RUP in modo illegittimo e questo è un fatto pesantissimo, ancor più quando ci saranno nuove contestazioni milionarie delle ditte appaltanti del Filobus. Ed è probabile che accada poiché Sboarina non ha concordato, nei tempi previsti, con le ditte e il ministero le modifiche progettuali che aveva annunciato sui giornali”. Amt replica colpo su colpo: “Il consigliere Tosi dimentica, tra le altre, che durante il suo mandato da sindaco, nel 2014 come socio di Amt aveva condiviso la nomina di direttore generale che,ingegnere, ricopriva entrambi i ruoli di dg e Rup della filovia con un compenso omnicomprensivo delle due funzioni pari a circa 165 mila euro lordi oltre a un importante premio di risultato. Tale Rup”, continua l’Amt, “aveva poi richiesto l’ausilio di un assistente, libero professionista, con un compenso di 24 mila euro iniziali e successivamente aumentato. L’Amt ribatte anche sull’assunzione nel 2020 di Luciano Marchiori come nuovo dg: “Figura professionale molto preparata in ambito pubblico e abilitato alla professione di avvocato ma non ingegnere, si è deciso di scorporare dal punto di vista sostanziale ed economico l’attività di Rup dopo la valutazione legale e la stima della quota di costo del Rup sul compenso del precedente dg. Amt e la collettività hanno beneficiato di un risparmio sui costi perché i compensi attuali delle figure distinte sono inferiori rispetto al passato”. A quando la prossima polemica?
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