Dalla seconda metà dell’Ottocento Bosco Chiesanuova divenne un rinomato centro di villeggiatura. Qui benestanti famiglie di Verona e Milano costruirono le loro ville. Nel Novecento vi soggiornarono personaggi illustri e il paese si arricchì di abitazioni signorili, progettate da architetti di prestigio quali Ettore Fagiuoli, di alberghi e colonie alpine. Per questo nel 1928, al pari di Cortina d’Ampezzo, fu il paese fu designato «Stazione di cura, soggiorno e turismo» fino a guadagnarsi l’appellativo di «La perla dei Lessini». Per raccontare la villeggiatura a Bosco, nell’ambito dell’omaggio tematico del Film Festival della Lessinia, Nadia Massella ha curato la mostra «“La perla dei Lessini”. Bosco Chiesanuova e la villeggiatura» che è visitabile, fino a domenica 3 settembre, nella sala Olimpica del Teatro Vittoria (in orario 10-23, ingresso libero). Si tratta di una collezione di immagini, documenti e testimonianze.
Diverse le sezioni tematiche. Sulle ville ottocentesche: le prime furono costruite tra il 1883 e il 1885 da tre aristocratici milanesi che avevano avuto modo di apprezzare la bellezza del paese e la mitezza del clima, essendo di stanza alla caserma degli alpini risalente al 1880. Sulle residenze signorili del Novecento: tra il 1933 al 1944, l’architetto Fagioli progettò per esempio Villa Boccoli, Villa Franceschini, Villa Sartori, Villa Fagioli, Villa Arvedi e Villa Don Salvi. Sui villeggianti illustri: tra i letterati e gli artisti, arrivarono i poeti Aleardo Aleardi e Berto Barbarani; poi lo scrittore Antonio Fogazzaro, che qui scrisse gli ultimi capitoli del suo capolavoro, «Piccolo mondo antico»; e ancora i musicisti Italo Montemezzi e Ottorino Respighi; negli anni Trenta, il pilota Tazio Nuvolari; campioni del ciclismo quali Ercole Baldini e Gino Bartali quindi Felice Gimondi, Giuseppe Saronni e Francesco Moser; vip della musica come Mino Reitano, i Gatti di Vicolo Miracoli, Cochi e Renato, o attrici come Gina Lollobrigida. Svaghi, divertimento, intrattenimento: «Per gli sportivi il divertimento era assicurato in inverno dalla pratica dello sci e in estate dal gioco del tennis nei campi dell’Hotel du Parc e del Bella Vista», descrive la curatrice. Negli anni del boom economico furono aperti «il locale Al Giardino, la discoteca Crystal, il locale di cabaret Snoopy e, negli anni Ottanta, per opera dell’Amministrazione Comunale, il Palaghiaccio. Il Teatro Vittoria, dopo la chiusura per restauro, è stato riaperto nel 2006 e dall’anno successivo ospita il Film Festival della Lessinia». Sezioni sono dedicate alle colonie. E agli alberghi: «Negli ultimi decenni del XX secolo e nei primi del XXI la “Lessinia bella e vicina” come recitava uno slogan degli anni Novanta, diventò sempre più meta di un turismo mordi e fuggi che alle vacanze presso alberghi preferisce soggiorni brevi senza pernottamento». Infine c’è il turismo invernale con la nascita degli impianti per lo sci prima in località Tracchi e in seguito a San Giorgio. Uno sviluppo possibile grazie anche alle vie di comunicazione. Una riflessione che il primo cittadino di Bosco si augura coinvolga tutti, turisti, abitanti, imprenditori e amministratori: «Questa mostra, che riscopre le origini della villeggiatura a Bosco Chiesanuova, è un invito a guardarsi dentro. Chi eravamo? Chi siamo? Chi vorremmo diventare?», spiega il sindaco di Bosco, Claudio Melotti. «Il lavoro di ricerca e sintesi di Massella, che ringrazio, non si limita a ripercorrere gli anni d’oro che hanno reso il paese “La perla dei Lessini” e a descrivere il fenomeno delle seconde case – conclude –, bensì vuole stimolarci, come del resto l’intera edizione del Film Festival della Lessinia, ad avere uno sguardo nuovo, che abbracci conservazione e, al contempo, evoluzione per immaginare un percorso di valorizzazione dei nostri territori di montagna che sia sostenibile, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico».