Borgo Venezia, domenica si va a piedi. Ma l’elettrico non decolla… perché? Attività culturali, laboratori, musica e danza per riappropriarsi dello spazio urbano

Domenica prossima, 12 marzo, seconda iniziativa voluta dal Comune per promuovere il tema della sostenibilità: dopo la chiusura di via XX Settembre, sarà la volta di Borgo Venezia, Dalle 9 alle 19 saranno chiuse al traffico le strade attorno a piazza Libero Vinco compresa via Betteloni, spazio a pedoni e biciclette. Previste attività culturali, musica, danza, mentre gli Angeli del Bello provvederanno alla cura degli spazi verdi. Ma in tema di sostenibilità e transizione ecologica va registrata la battuta d’arresto nel mercato delle auto elettriche:sono solo lo 0,4%. Bocciate dai veronesi: ecco i dati e i perché.

“Una domenica in Borgo Venezia’’. Domenica 12 marzo la seconda iniziativa legata al tema della sostenibilità

Nuova vita agli spazi urbani per i cittadini e una diversa sperimentazione della mobilità è il tema della seconda giornata della sostenibilità che si svolgerà domenica 12 marzo in Borgo Venezia.
La prima iniziativa, lo ricordiamo, si era svolta il 12 febbraio a Veronetta e la chiusura al traffico di via XX Settembre aveva permesso ai cittadini di fruire del quartiere senza la presenza di automobili o bus. Dj set, artisti di strada e giovani teatranti avevano allietato la giornata in un clima di ritrovo per tutta la cittadinanza.
“Una domenica in Borgo Venezia’’, promossa dal Comune di Verona con l’assessore alla Transizione Ecologica Tommaso Ferrari è un’iniziativa che coinvolge numerose associazioni, organizzazioni no-profit ed esercizi commerciali che introducono diverse proposte per grandi e piccini. Musica, danza, concerti, passeggiate ecologiche, laboratori, mostre fotografiche e tanto altro ancora arricchiranno il programma di domenica assieme a moltissimi eventi culturali e ambientali come la pulizia e la manutenzione dell’arredo urbano e delle aree verdi con l’associazione “Angeli del Bello’’ o la mostra fotografica a cura dell’associazione A.G.I.L.E. Non mancheranno iniziative di coinvolgimento della cittadinanza come la passeggiata ecologica per le vie del quartiere insieme ai volontari di Cittadinanza Attiva o la raccolta di viveri da destinare ad aiuto umanitario organizzata dalla onlus veronese One Bridge to Idomeni.
La presentazione dell’iniziativa si è svolta oggi in Sala Arazzi alla presenza dell’assessore Tommaso Ferrari, il consigliere comunale Michele Bresaola e la presidente della Sesta Circoscrizione Rita Andriani.
“Oggi siamo qui per presentare la seconda giornata della sostenibilità-afferma l’assessore Ferrari- Il format con cui presentiamo la giornata è sempre lo stesso, ovvero il coinvolgimento diretto del quartiere attraverso il commercio di vicinato perché insieme si possa ripensare allo spazio urbano. Quasi tutto lo spazio urbano della nostra città è dedicato alle auto, lo scopo è quello di farlo riappropriare al cittadino sia dal punto di vista della mobilità che da quello sociale. Vogliamo rivedere dunque con una diversa lente questi spazi’’.
La parola è poi passata alla presidente della Sesta Circoscrizione Rita Andriani: “Ringrazio l’assessore di aver portato questa iniziativa nei quartieri. L’esigenza parte da un’emergenza climatica e da leggi di contrasto all’inquinamento dell’aria. Lo sguardo è volto all’ambiente e la Sesta Circoscrizione è entusiasta. Tutte le associazioni coinvolte e i commercianti sono contenti dell’attenzione che si sta dando al commercio di vicinato che sarà esplicitato nelle diverse attività di domenica’’.
Sono previsti dei provvedimenti viabilistici di limitazione del traffico in occasione della seconda domenica della sostenibilità, tra cui il divieto di transito a tutti i veicoli dalle 9.00 alle 19.00 in via Betteloni, via Fracastoro, piazza L. Vinco, nel tratto tra via Fracastoro e via Betteloni, piazza L. Vinco, tra via Cignaroli e via Betteloni, via D. Morone, tra via Torri e via Betteloni, via G. dai Libri, tra via Torri e via Betteloni, via B. Lorenzi, tra via Del Bene e via Betteloni. Possono circolare esclusivamente pedoni, biciclette, veicoli di soggetti proprietari di garage o posti auto all’interno dell’area privata e i veicoli delle Forze dell’Ordine, di pronto intervento o soccorso.

Francesca Brunelli

 

Auto elettriche, Italia fanalino di coda. Rispetto agli altri Paesi europei, da noi le immatricolazioni sono addirittura in calo

IL POSTER. In collaborazione con AFW Servizi Editoriali

L’auto elettrica non decolla Verona preferisce l’ibrido. L’alto costo d’acquisto, la fine degli incentivi, l’autonomia ridotta spingono i veronesi a non abbandonare i motori tradizionali

Sostenibilità o meno, le auto full electric non decollano: l’Italia è l’unico paese dove le immatricolazioni di questi veicoli sono in calo. Si ha un bel dire ai veronesi e agli italiani che devono abbandonare i motori tradizionali: è più facile che lascino l’auto ferma e decidano di spostarsi in bicicletta, almeno nelle giornate ecologiche come quella di domenica prossima in Borgo Venezia.
Anche a Verona “c’è una flessione nelle immatricolazioni di veicoli interamente a batteria”, conferma il direttore dell’Aci Riccardo Cuomo. “Qualche mese fa c’era più interesse, ora invece si nota quasi una inversione di tendenza: il mercato del full electric si è fermato”.
Perché? “Per una serie di problemi legati in primo luogo al costo elevato, perché gli incentivi statali non ci sono più e quelli proposti dal mercato sono poco interessanti. Quindi alla fine il costo di acquisto è alto rispetto a un’auto con motore endotermico. Ci sono poi problemi legati all’autonomia, che è sempre inferiore a quella dichiarata, ci sono poche infrastrutture e la ricarica costa, perché non è più tutto gratis. A questo va aggiunto”, spiega Cuomo, “il problema delle batterie, perché c’è un’oggettiva difficoltà di smaltimento e la sostituzione è molto costosa. La gente adesso è più informata, conosce questi problemi e quindi il mercato non va bene”.
La transizione per l’elettrico dunque è tutta in salita: “Non siamo pronti neppure dal punto di vista della tecnologia a livello nazionale perché ci mancherebbe la potenza per sostenere un parco auto di vetture tutte elettriche. E poi se si diffonde l’elettrico, calano i consumi dei carburanti e di conseguenza si riduce l’introito delle accise nelle casse dello Stato”.
Se il mercato italiano sta bocciando l’elettrico, maggior interesse invece riscuote l’ibrido, vale a dire auto tradizionali con un inserimento parziale di potenza elettrica: sono auto termiche a tutti gli effetti, a gasolio o a benzina, ma non pagano il bollo per i primi anni grazie alla componente elettrica. Il costo di acquisto è quello di una vettura tradizionale, quindi nettamente inferiore rispetto al full electric.
Due sono le tipologie: Mild hybrid e plug in.
“La scelta preferita dal mercato è il Mild hybrid, cioè l’ibrido soft, il più conveniente”, prosegue il direttore Cuomo, “è un tipo di motorizzazione che prevede la presenza di un motore endotermico (benzina o diesel) e di una piccola batteria, dentro cui viene immagazzinata l’energia proveniente dalla fase di frenata e dal freno motore. Il Mild Hybrid non prevede dunque ricarica e consente di passare alla modalità elettrica solo quando si è fermi o poco prima, mantenendo i servizi completamente funzionanti”.
Il sistema plug in invece “prevede oltre al motore a gasolio o benzina, anche la presenza di batterie con la ricarica e le auto vanno in elettrico fino a 30 km/h, ma hanno l’handicap del peso delle batterie”.
Per chi usa l’auto per lavoro insomma diventa scomodo il full electric, vetture che invece vanno bene come city car: non si percorre molta strada e si può ricaricare a casa.
In termini percentuali com’è la situazione? “Abbiamo in Italia un parco circolante di 50 milioni di veicoli, il full electric è ancora marginale. A Verona e provincia rappresenta lo 0,4% sul parco vetture: 2455 immatricolate su 624.680. Come si può pensare di recuperare il gap nei prossimi 12 anni fino al 2035, la data indicata dall’Unione europea? Credo l’Ue abbia voluto dare una data indicativa, per dire di attivarsi. Infatti non ci sarebbe neppure la disponibilità di tutte queste auto elettriche da vendere, la produzione non è sufficiente”.