Una della pagine più belle nella storia di Venezia-Verona, il derby in programma domenica, è stata scritta da Claudio “Caio” Lunini, attaccante gialloblù per cinque stagioni, agli inizi degli anni ’90, che in un fredda domenica di febbraio mise la firma sulla vittoria con una rete da antologia, quando l’incontro si stava avviando al più classico degli zero a zero.
«Ricordo molto bene quel gol. Mancavano pochi minuti alla fine – commenta – su una palla proveniente dalla fascia, riuscì a colpire al volo di destro mandando il pallone in rete sul palo opposto. Fu una traiettoria imparabile per il portiere. Credo che quello sia uno dei gol più belli che io abbia mai realizzato nella mia carriera. Tra l’altro, il Verona non vinceva un derby contro il Venezia da moltissimi anni, quindi diciamo che in un certo senso sono entrato un po’ nella storia del Club».
La storia di Lunini, invece, merita di essere raccontata. Pescato in Interregionale, dove con la maglia del Darfo Boario in una stagione mise a segno ben 24 reti, fece un salto triplo ritrovandosi nel mondo professionistico con la maglia dell’Hellas, dove nella stagione 1990-1991, appena arrivato, contribuì con sette reti alla promozione in serie A.
La sua avventura in riva all’Adige è durata cinque stagioni, con 134 presenze e 24 reti. «A Verona ho passato cinque anni meravigliosi. Il mio primo ringraziamento va sicuramente a Eugenio Fascetti che credette in me, dandomi fiducia, nonostante io venissi dalle serie inferiori». Dopo Verona la sua carriera è proseguita con una stagione nel Brescia, per terminare, dopo due esperienze rispettivamente con Fiorenzuola e Pro Patria, con la maglia del Darfo Boario, là dove tutto era iniziato. Quasi a chiudere un cerchio. «Sono soddisfatto della carriera che ho fatto. Verona rappresenta naturalmente la parte più importante. Forse avrei potuto dare di più in maniera di farla durare qualche altro anno ancora. Il bilancio finale rimane comunque molto positivo. Anche perché mai avrei pensato di poter arrivare a giocare nel calcio professionistico».
Ora Lunini segue il calcio da lontano, con sempre un occhio di riguardo per il Verona. I tifosi gialloblù, però, non lo hanno mai dimenticato. «Non sono più andato allo stadio ma seguo sempre il Verona e sono contento che stia facendo un ottimo campionato. Conservo dentro di me un bellissimo ricordo della tifoseria gialloblù. Per me che in Interregionale ero abituato a giocare davanti a 200 persone, ritrovarmi a farlo e segnare davanti a 20.000 è stata una cosa fantastica. Sentire, inoltre, inneggiare il mio nome è stata un’emozione che non scorderò mai».
“Bomber Lunini, c’è solo un bomber Lunini” cantava la curva in quegli anni. “Caio” non lo dimenticherà mai…