“Il Parlamento Europeo salva il vino italiano e di conseguenza veronese. Un patrimonio che ha quasi diecimila anni di storia le cui prime tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.c.” È quanto afferma il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini che grazie al lavoro di squadra dei parlamentari italiani è stato difeso un settore che a livello nazionale vale 12 miliardi di fatturato dei quali 7,1 miliardi di export e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone secondo l’analisi della Coldiretti. “Un settore strategico – aggiunge Vantini – anche per la provincia veronese leader per produzione ed esportazioni e inserita ai vertici nazionali del Rapporto Ismea-Qualivita 2021 diffuso pochi giorni fa sull’impatto territoriale delle filiere DOP. Verona si colloca al terzo posto fra le prime 20 province per valore registrando un impatto territoriale che supera il miliardo di euro (1,2 mld)”.
“E’ stato respinto il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, l’aumento della tassazione e l’esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea, nell’ambito del sul “Cancer plan” proposto dalla Commissione Europea” come richiesto, insieme al consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, nella lettera scritta al commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni, al commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, agli europarlamentari italiani e ai leader dei principali partiti politici. Il giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi – sottolinea la Coldiretti – in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale – precisa Coldiretti – va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto. Si tratta peraltro di un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tuti gli alimenti a partire dal bicchiere di vino ai pasti. L’Italia è il primo produttore ed esportatore mondiale di vino con le bottiglie Made in Italy che – sottolinea la Coldiretti – sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola. Il consumo pro capite in Italia – conclude Coldiretti – si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende.
Castelletti (Uiv): Moderazione, nettare e buon senso
“Gli emendamenti apportati oggi dal Parlamento europeo rendono più equilibrato un documento, quello sul Cancer plan, che il mondo del vino ritiene fondamentale per arginare la malattia del secolo. Ringraziamo i deputati italiani per l’attenzione prestata, per la capacità di ascolto e di sintesi, nonché per il lavoro di squadra a prescindere dagli schieramenti, dimostrati anche con emendamenti ‘chirurgici’ che di fatto rendono parziale giustizia al buon senso, al mondo del vino e ai suoi consumatori moderati”. È il commento del segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, in merito al voto.