“La danza è l’eterno risorgere del Sole”. Sono le parole della ‘madre’ della danza moderna Isadora Duncan che Roberto Bolle sceglie per aprire il gala 2021 con i suoi Friends. In Arena, dove l’etoile dei due mondi mancava dal 2019 causa pandemia, con Roberto risorge dal buio del Covid anche la grande danza. E il pubblico, ormai affezionato all’appuntamento del Bolle and Friends, ritorna più che numeroso e fa tremare l’anfiteatro romano. Il Bolle Tour 2021 chiude la sua tourné estiva in Arena con due serate evento nella cornice del 98esimo Verona Opera Festival 2021. Il 2 agosto la prima, data aggiunta in corso d’opera per il sold out pressoché immediato dell’unica data originariamente in cartellone, 3 agosto. Con circa 6mila spettatori, capienza massima consentita per le misure anti contagio a fronte dei 13.500 posti disponibili, l’Arena a colpo d’occhio è già stracolma e accoglie calorosa i suoi beniamini. Roberto Bolle sceglie di aprire con un suo personale inchino, al balletto e al pubblico finalmente tornato in presenza, e con la riflessione maturata nel periodo di pandemia. Se la danza “è l’eterno risorgere del Sole”, all’etoile sono mancati il sole, la luce, “è stato come attraversare un tunnel buio”. “Un anno terribile che ci ha portato via molta vita e molte vite”, ma ora “è tempo di riaprire il sipario, di ricostruire e ricominciare”, con un messaggio importante su danza e cultura che siano tassello “fondamentale in questa ripartenza”. L’etoile muove i primi passi e in Arena già cala il silenzio. “Questa arte – dice ancora Bolle nel messaggio di apertura – con la bellezza nutre la parte migliore di noi”. E in scena va tutta la parte migliore di Roberto e dei suoi Friends, alcuni dei migliori primi ballerini e danzatori solisti dei teatri di Astana, Parigi, Amsterdam, Vienna e ovviamente della Scala di Milano. Lo spettacolo spazia dal repertorio del balletto al contemporaneo e avvicina all’arte tersicorea ogni tipo di pubblico. Ci sono i classici intramontabili. Come il passo a due del terzo atto del Lago dei Cigni, con il Cigno Nero e il principe Sigfried interpretati dai primi ballerini scaligeri Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko.
Una coppia che brilla, affiatata sul palco e nella vita, perfetti e intensi. Appena usciti da un incantesimo. Corsaro, Grand Pas Classique e Don Chisciotte con i tanti virtuosismi completano la quota classica, ma in scena c’è spazio anche per tanto altro. Il Canon in D Major del coreografo polacco Jiři Bubeniček scalda definitivamente l’Arena che trema per gli applausi. Il trio di angeli schierati è magnetico: Roberto Bolle, Timofej Andrijashenko e Nicola Del Freo, quest’ultimo da poco nominato primo ballerino alla Scala. Nell’Altro Casanova di Victor Gsovskij Bolle ritrova la partner Virna Toppi, prima ballerina della Scala. Coppia di sensualità e tensione che il pubblico conosce anche per le esibizioni in televisione, ultima quella di giugno in diretta davanti al presidente Sergio Mattarella. Delicati ed eleganti nel passo a due Thais di Roland Petit, Roberto Bolle e Agnese Di Clemente. Lei talento emergente, fresca di nomina da solista alla Scala: da veronese all’Arena è di casa. Chiude la serata Dorian Gray, pezzo del coreografo Massimo Volpini con cui la danza sposa le moderne tecnologie in un crescendo accentuato dal violino del maestro Alessandro Quarta, sul palco con l’Etoile. Si “scioglie” il ritratto di Dorian-Roberto mentre nel cielo sopra l’Arena anche l’ultima nube è spazzata via e non restano che stelle. Il pubblico esplode e gli artisti concedono bis di saluti e si riprendono quegli applausi troppo a lungo mancati. E stasera si replica. L’Arena tornerà a tremare d’emozione e ammirazione.