«Ritengo che a buon diritto il 2015 possa essere ricordato come l’anno del fisco, e ritengo che il merito vada attribuito soprattutto al presidente della Confindustria Giorgio Squinzi, a cui gli imprenditori italiani devono dire grazie». A pochi mesi dalla conclusione dell’incarico in viale dell’Astronomia nella squadra del patròn della Mapei, il vice-presidente con delega alla fiscalità Andrea Bolla valuta molto positivamente l’accelerazione degli ultimi mesi sui temi cari agli industriali. «Lo scorso anno», spiega Bolla, «abbiamo avuto ben 11 decreti attuativi della delega fiscale. Non tutti i titoli sono stati perciò attuati, ma tutti quelli che interessavano gli industriali sì». Tra le richieste mosse da Squinzi e recepite dal governo, Bolla cita i super ammortamenti sugli investimenti in beni strumentali, la deducibilità dell’Irap, la soluzione al problema degli imbullonati, i crediti per ricerca e sviluppo, il patent box. Le misure dell’ultima finanziaria, aggiunge Bolla, «se applicate permettono di ridurre del 6% il total tax rate, il carico fiscale complessivo sulle imprese». Ma non bisogna distrarsi: «Guai a non completare il cantiere. Finiamo il lavoro avviato e diffidiamo di chi vuole un cambio di strategia che rischia di rivelarsi un boomerang». E proprio di decreti fiscali si è parlato al centro convegni del Banco Popolare con il viceministro Enrico Zanetti. Anche in questa occasione si è riconosciuto che lo slogan “fisco amico” pecca di ottimismo, ma la volontà di superare la dialettica guardie-ladri sembra avviata”.